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"La violenza politica nell’Italia repubblicana: gli anni Settanta e il movimento del ‘77”

Lunedì l'incontro, a 50 anni dalla strage di Piazza Fontana, su iniziativa della Fondazione Brigata Maiella

redazione
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Il 12 dicembre 1969 una bomba deflagrò nella Banca nazionale dell’Agricoltura a Milano e fu strage in Piazza Fontana. 17 morti e oltre 100 feriti furono il drammatico bilancio che diede avvio alla stagione del terrorismo.

A cinquant’anni di distanza, la Fondazione Brigata Maiella propone un incontro di riflessione dedicato al tema: “La violenza politica nell’Italia repubblicana”. Il convegno, organizzato in collaborazione con l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea si terrà lunedì 16 dicembre nella sala convegni della Fondazione Pescarabruzzo in Corso Umberto I n.87 a Pescara, a partire dalle ore 16.30.

Gli anni Settanta sono un decennio complesso: tornante decisivo, come mai prima nella storia dell’Italia unita, del riformismo e della modernizzazione culturale e civile, ma anche tempo di conflitti sociali, violenza politica e fenomeni eversivi tra i più acuti d’Europa. Anche sull’onda dell’accentuato impegno degli italiani sul terreno dei diritti civili, sancito tra l’altro dallo statuto dei lavoratori, dal successo del referendum sul divorzio, dalla riforma del diritto di famiglia, negli anni Settanta le forze del cambiamento parvero in ascesa, sospinte dalla critiche al degrado della vita pubblica e dalle diffuse richieste di rinnovamento. Nello stesso tempo però, la debolezza degli esecutivi di fronte alle tensioni nascenti apparve in tutta la sua evidenza. Alle frequenti crisi governative e all’incapacità di fronteggiare la crisi economica, si aggiunse il terrorismo politico, di destra (ingenerando la psicosi di un colpo di Stato: Piazza Fontana 1969, Piazza della Loggia 1974, Treno Italicus 1974, stazione di Bologna 1980) e di sinistra (sequestro del giudice Sossi 1974, uccisione del Procuratore Generale Cocco 1976, uccisione del Presidente della Dc Aldo Moro 1978, del Magistrato Emilio Alessandrini nel 1979).

Nei Settanta, un anno cruciale e simbolico fu senza dubbio il 1977. Un diffuso malessere giovanile si espresse allora in forme plurime, di contestazione sociale e culturale, di spirito libertario e dissacrante, ma anche di violenza politica di massa. Specie dalla primavera, il cosiddetto movimento del ’77 – all’inizio formato da studenti, universitari e medi – diede luogo ad occupazioni di università, a rivendicazioni sociali e politiche, poi a violenti scontri di piazza, che videro il frequente ricorso alle armi da fuoco sia da parte dei dimostranti, sia da parte delle forze dell’ordine.

Interverranno: Nicola Mattoscio (Presidente della Fondazione Brigata Maiella); Carlo Fonzi, (Presidente dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea). Ne discuteranno gli storici Piero Nicola Di Girolamo (Università di Teramo), Monica Galfrè (Università di Firenze), Simone Neri Serneri (Università di Firenze) e Marco Alessandrini (già Sindaco di Pescara, figlio del Magistrato Emilio Alessandrini, ucciso nel 1979). Coordinerà: Enzo Fimiani (Direttore scientifico IASRIC e Membro del Comitato scientifico della Fondazione Brigata Maiella).

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