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Corso Vittorio a doppio senso e le dimissioni di Civitarese sono la Caporetto di Alessandrini

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“Il ripristino del doppio senso di marcia in corso Vittorio Emanuele e le inevitabili dimissioni dell’assessore alla Mobilità Civitarese rappresentano la ‘Caporetto’ del sindaco Alessandrini che, alla fine, compresso dallo spauracchio della prossima, e inesorabile, sconfitta elettorale alle amministrative, si è lasciato tirare dalla giacchetta e ha ceduto alle pressioni di una categoria produttiva. E lo ha fatto, cosa ancor più grave, incurante delle gravi conseguenze che, quel provvedimento, produrrà in termini di qualità della vita e dell’ambiente per i 117mila residenti di Pescara, con l’ulteriore impennata dei valori delle polveri sottili, dei rumori, e del caos determinato dal ritorno dei grandi volumi di traffico su una sola arteria centrale della città. Il sindaco Alessandrini per l’ennesima volta ha ceduto al becero populismo adeguandosi alla soluzione più facile e più ‘popolare’ che comunque non gli consentirà la rielezione. L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, esprimendo amarezza, partirà ora con una fitta campagna informativa circa la superficialità e i danni di tale iniziativa adottata senza aver dotato la città di un Piano traffico in quattro anni di amministrazione, pur avendo pagato circa 5 o 6 consulenti privati esterni per la mobilità cittadina e soprattutto verificheremo le possibili conseguenze contabili per il danneggiamento di un’opera pubblica, la riqualificazione di corso Vittorio Emanuele, costata alla città oltre 1milione di euro”.

Lo ha detto l’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, in riferimento all’annuncio odierno del sindaco Alessandrini che “smentendo anche se stesso, ha ieri annunciato il ripristino del doppio senso di marcia in corso Vittorio Emanuele”.

“Lo avevamo tristemente previsto e oggi è ufficiale: il sindaco Alessandrini ha barattato la salute e il benessere dei cittadini con i commercianti per cercare di compensare in maniera maldestra lo schiaffo perpetrato loro con il ripristino del mercatino fintamente etnico nel tunnel ferroviario – ha ribadito l’avvocato Fiorilli -. Purtroppo il ripristino del doppio senso di marcia veicolare su corso Vittorio Emanuele, una panacea d’acqua calda, non risolleverà le sorti del commercio pescarese, devastato da ben altre problematiche, ma, in compenso, aggraverà la situazione ambientale del territorio sia in termini di mobilità che di qualità del vivere. Sono ben altre le misure di cui avrebbero avuto bisogno tutti gli esercenti del centro commerciale naturale, da un incremento dei parcheggi all’aumento delle agevolazioni sulla sosta per chi in centro ci va tutti i giorni per lavoro o anche solo per shopping, dal completamento della riqualificazione del territorio, peggiorata rispetto al 2014 quando avevamo lasciato al sindaco Alessandrini una ‘bomboniera’, alla polarizzazione di eventi capaci di portare gente nelle vie del centro per passeggiare e guardare le vetrine e magari fare acquisti. I negozi di corso Vittorio Emanuele avevano cominciato a chiudere quando la strada era un imbuto di veicoli in transito che non si fermavano, ma attraversavano solo l’asse da sud a nord e viceversa. Ho voluto e difeso io la riqualificazione del corso, con la parzializzazione del traffico e la sua semipedonalizzazione, trasformandolo in un asse aperto a mezzi di soccorso, mezzi pubblici, bici, e auto dei residenti, un progetto di cui rivendico pienamente la paternità e nato proprio per salvare quella via, per riportarci i pedoni, per consegnare loro una strada in cui passeggiare senza paura di essere investiti, creando una linea continua tra marciapiedi e asse veicolare, installando panchine, fontane, punti luce, iniziando a studiare anche una vocazione culturale-turistico-ricettiva per quell’asse che fosse alternativo a piazza Salotto-corso Umberto. E così facendo non abbiamo mai allontanato i veicoli privati, anzi abbiamo dato al traffico privato tre valide alternative viarie per transitare senza finire imbottigliati nel centro e, al tempo stesso, anche una corsia preferenziale per entrare direttamente nei parcheggi delle aree di risulta. Il becero populismo e la sterile demagogia non hanno permesso al sindaco Alessandrini e alla sua maggioranza, intrisa di pregiudizio politico, di comprendere quale grande operazione avessimo condotto su Pescara e hanno passato quattro anni di governo a demolire tutto il ben fatto. La prossima settimana arriverà anche la ciliegina sulla torta, il ripristino del doppio senso sul corso, una batosta di cui i pescaresi avvertiranno ben presto gli effetti, un provvedimento nato dalla sconfitta elettorale e dal drammatico calo di consensi del Pd che spera ora di poter riconquistare qualche voto. Ma così non sarà e se questa è la politica ambientale della sinistra, ormai caratterizzata da ‘ecologisti da tastiera’, sono ben lieto di non aver mai fatto parte di quella schiera politica di parolai. L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ – ha aggiunto l’avvocato Fiorilli – esprime la propria solidarietà umana e politica al dimissionario assessore Civitarese al quale, dopo aver subito per mesi la spocchia dei propri ‘alleati’, riconosciamo l’onestà intellettuale di essersi fatto da parte nel momento in cui ha compreso che tutto il lavoro fin qui condotto per la vivibilità di Pescara è stato inutile, fiumi di inchiostro buttati, giorni di lavoro persi, quando la politica aveva già deciso tutto e sostanzialmente lo ha usato come ‘manifesto’ del buon pensiero sacrificato sull’altare del populismo. Anche noi la prossima settimana assisteremo al triste spettacolo di una Pescara che tornerà indietro di dieci anni. Ci consola sapere che ormai il ritorno alle urne, che decreterà la fine politica del Pd, è solo una questione di mesi, e non più di anni, ma nel frattempo organizzeremo attività di informazione nei confronti della cittadinanza, mentre valuteremo le possibili responsabilità del sindaco Alessandrini circa la demolizione della riqualificazione di corso Vittorio Emanuele, costata, tra il 2013 e il 2014, circa 1milione 400mila euro, spesi dai cittadini e oggi gettati all’aria”.

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