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Russia 2018, un Mondiale dalle mille facce

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Russia 2018 è, senza alcun dubbio, un Mondiale dai molteplici significati. La manifestazione iridata è infatti anche una sfida geopolitica, diplomatica ed economica. A scendere in campo non sono soltanto le più grandi stelle del calcio, ma anche i rapporti internazionali. Forse nemmeno Putin poteva immaginare tutti questi significati e incroci extracalcistici. Ma, va detto, la Russia, per un mese, sarà il vero e proprio centro del mondo. In tutti i sensi, anche quelli più sottili.

Non esistono probabilmente termini di paragone, ma il pensiero non può non andare alle Olimpiadi invernali svoltesi a Sochi nel 2014. Dal punto di vista della spesa e degli investimenti, tutto è stato molto simile. Il costo finale potrebbe superare i 10 miliardi di euro, di cui la metà spesi per modernizzare gli stadi, perfettamente distribuiti in tutto il territorio russo. Entrando più nel dettaglio, si può dire che per il rifacimento delle infrastrutture dei trasporti sono stati spesi 6,11 miliardi di dollari, mentre per le strutture ricettive ne sono stati investiti 680. La costruzione dei nuovi stadi che ospiteranno l’evento o la ristrutturazione degli impianti esistenti, dislocati in undici città, avrebbe portato a un esborso di 3,45 miliardi di dollari. Altre stime però parlano di una spesa superiore ai 5 miliardi. L'obiettivo, a questo punto, è cercare di appianare i costi sostenuti, ma di questo non vi è alcuna certezza, nonostante il buon numero di biglietti venduti. I Mondiali diventano dunque quasi una sorta di biglietto da visita da usare sui tavoli internazionali. Non si può infatti dimenticare che le relazioni con gran parte del mondo occidentale sono tutt'altro che idilliache. Difficile stabilire cosa accadrà durante il torneo e se il calcio riuscirà a trasformarsi, ancora una volta, in un vero e proprio mezzo diplomatico.

Russia 2018 sarà un Mondiale di difficile gestione dal punto di vista meramente logistico. Basta anche solo pensare ad alcune distanze che dovranno essere coperte da qualcuna delle squadre partecipanti. Sono infatti ben 2808 i km tra Sochi ed Ekaterinburg, Una distanza che però Perù e Svezia dovranno coprire rispettivamente dopo 4 e 5 giorni dal match precedente. Saranno invece 749 i km che la Colombia dovrà sobbarcarsi per disputare le sue tre gare nel girone, da Saransk a Kazan e quindi a Samara. Statistiche particolari di una rassegna iridata che, sotto alcuni punti di vista, la rendono ancor più particolare e divertente, ma che potrebbero paradossalmente fare la differenza in una manifestazione racchiusa in soltanto quattro settimane.

Un altro tema e da non sottovalutare è quello della sicurezza. Sono ancora infatti sotto gli occhi di tutti le immagini dell'Europeo 2016 svoltosi in Francia, dove intere città erano state messe sotto scacco dagli ultras russi. Putin non può assolutamente permettersi di mostrare segnali di debolezza ed è per questo che molto probabilmente sarà utilizzato il pugno duro. Oltre alle problematiche interne, legate anche alle tante crisi politiche in cui la Russia è coinvolta, c'è infatti la costante minaccia dell'Isis. Insomma, Russia 2018 ha come le sembianze di una polveriera pronta a esplodere. L'obiettivo è quello di non far scoccare alcuna scintilla. Perché i rischi sono davvero troppo alti. Solo il 15 luglio si saprà se lo Zar avrà vinto la sua scommessa.

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