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Che fine hanno fatto i lavori per evitare gli sversamenti in mare dei liquami dopo le piogge?

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“A.A.A.: cercasi Parco Depurativo di Pescara. A ben sette mesi dalla seduta straordinaria del Consiglio comunale nel quale Ersi, Aca ed ex Governatore D’Alfonso hanno annunciato in modo roboante grandi opere per interrompere il ciclo vizioso degli sversamenti in mare di liquami a ogni pioggia, abbiamo perso le tracce di tutto. Niente progetti, niente appalti, niente cantieri e, temiamo, niente fondi in cassa. E nel frattempo la nostra costa annega tra i liquami, come dimostra l’ultimo divieto di balneazione in via Cadorna istituito appena ventiquattro ore fa. A questo punto, al fine di riaprire il fascicolo, ho chiesto una riunione congiunta delle Commissioni Lavori pubblici e Ambiente, prevedendo la presenza anche dei vertici di Ersi e Aca, per capire quale sia lo stato dei fatti e se, da febbraio a oggi, sia stato prodotto uno straccio di carta per far partire i lavori”.

Lo ha annunciato il Capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Marcello Antonelli.

“Dopo un anno e mezzo di chiacchiere siamo ancora all’anno zero – ha ricordato il Capogruppo Antonelli –. Era marzo 2017 quando la maggioranza Pd ha portato in Consiglio comunale una delibera che sembrava la manna dal cielo che avrebbe risolto tutti i problemi ambientali del nostro fiume e del mare, che prevedeva la realizzazione di ‘opere strategiche ossia la realizzazione del parco della depurazione, consistente in una nuova struttura impiantistica, eventualmente ubicata in più siti, della filiera operativa, da affiancare in modo coordinato, all’esistente impianto di depurazione’. A tal proposito erano state anche individuate 5 aree che potenzialmente potevano accogliere il parco. E poi si prevedeva la ‘realizzazione di una serie programmata di condotte separate di raccolta delle acque bianche e nere da finanziare prioritariamente con le risorse FSC ordinario 2014-2020 (ovvero i fondi del Masterplan) individuate con la Delibera di giunta regionale 539 del 2016’, delibera che, a sua volta, prevedeva 30milioni di euro per il sistema depurativo di Pescara, Spoltore e San Giovanni Teatino mediante la realizzazione di un nuovo depuratore di Pescara e l’autonomia depurativa dei comuni di Spoltore e San Giovanni Teatino. Da quella delibera si era scatenato un lungo tira e molla sulla reale disponibilità o meno dei fondi necessari: dalle carte, compresa una lettera datata 19 settembre 2017, del Direttore dell’Ersi, l’architetto Tommaso Di Biase, risultava che erano disponibili solo 12milioni e mezzo di euro per il potenziamento del depuratore esistente, 8 milioni di euro di opere sono già appaltate, altri 4milioni di euro in corso di appalto, mentre per le altre somme si sarebbero dovuti attendere i ribassi d’asta delle opere comprese nel Masterplan, che però non è mai partito. Dopo la nostra denuncia, la segreteria di D’Alfonso ha cercato di mettere una pezza a una realtà che forse non sarebbe mai dovuta trapelare e ha riparlato dei 30milioni di euro dei fondi FSC. Per chiarire il punto è stata convocata, su richiesta del centrodestra, la seduta straordinaria del Consiglio comunale che si è svolta il 2 febbraio 2018 e in quella sede Ersi, Regione Abruzzo e anche l’Aca si sono profusi in annunci e rassicurazioni circa le opere che erano state messe a progetto per arginare in modo definitivo il dramma degli sversamenti dei liquami in mare. Due le opere più strategiche e attese, ovvero la realizzazione delle due vasche di prima pioggia, previste nella delibera comunale, a ridosso del collettore B0 della Madonnina, ovvero la vasca di raccolta delle acque di prima pioggia, per 10mila metri cubi, e una seconda vasca di disinfezione, di 2mila metri cubi. In quella sede, il Direttore dell’Ersi si è anche spinto sui tempi, ovvero entro fine marzo 2018, massimo prima metà dell’aprile 2018, sarebbero stati consegnati i progetti definitivi ed esecutivi per andare in gara d’appalto, che, tradotto, avrebbero dovuto generare cantieri già per luglio. E invece nulla - ha proseguito il Capogruppo Antonelli -: dopo sette mesi di attesa tutti hanno perso le tracce di progetti, appalti, cantieri e finanziamenti. Sul tema è sceso un assordante silenzio e di fatto quelle due vasche di contenimento e disinfezione sono tornate a essere un lontano miraggio, condizione che non ci lascia ben sperare, anzi, il timore è che, al di là delle chiacchiere, avevamo ragione quando abbiamo lanciato l’allarme circa l’assenza delle risorse necessarie. Nel frattempo sugli sversamenti dell’impianto B0 della Madonnina anche la magistratura ha aperto un’indagine sequestrando addirittura l’impianto che, comunque, a ogni piccola pioggia, continua a vomitare i propri liquami nel fiume e nel mare. Chiaramente vogliamo vederci chiaro e per questa ragione ho chiesto ai Presidenti delle Commissioni Ambiente e Lavori pubblici di convocare una seduta congiunta d’urgenza chiamando al Tavolo anche Ersi e Aca. Dopo sette mesi di attesa e di pazienza ci aspettiamo di vedere subito i progetti e le carte di affidamento delle opere, è finito il tempo delle illusioni”.

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