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La vecchia Fonte Borea, da risorsa e patrimonio culturale a pericolo stradale

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Nell’ottobre del 2013 durante il completamento della nuova Via Fonte Borea, viene rinvenuto un manufatto in mattoni. Dopo attenta verifica da parte della sovrintendente ai beni architettonici Dott.ssa Patrizia Tomassetti, dell’archeologa Martina Pantaleo e dello storico Licio Di Biase, Consigliere Comunale con delega e valorizzazione al recupero del patrimonio storico di Pescara, il manufatto viene identificato come l’antica Fonte Borea presumibilmente risalente al 1600-1700, per altri studiosi addirittura di epoca romana.

Prima del completamento di Via Fonte Borea, il sito archeologico viene scoperto, mappato e fotografato. Successivamente ricoperto e inglobato nella sede stradale, nonostante le insistenti richieste di deviare di pochi metri la stessa con il semplice esproprio di un terreno vicino al sito stesso.

A giugno del 2018 intervengono pubblicamente a difesa del patrimonio e del diritto della città di Pescara di avere un sito archeologico così importante, lo stesso Licio Di Biase, Giulio De Collibus Vice Presidente Nazionale di Archeo e Presidente di Archeo Pescara, nonché membro del CDAdella Fondazione “museo Genti d’Abruzzo” e Giovanni Damiani ex dirigente dell’ARTA, storico ambientalista e cultore delle fonti dell’intera regione. Dai loro racconti si evidenzia quell’angoscia per non aver valorizzato uno sito archeologico ma anche architettonico, che avrebbe potuto arricchire quel circuito di attrattiva turistico/culturale soprattutto in un quartiere periferico della città.

Quello che però da più di un anno preoccupa cittadini e fruitori della Via Fonte Borea, importante strada di collegamento fra il quartiere Colli e il quartiere Zanni, è una e costante fuoriuscita d’acqua da una fessura del muretto a bordo strada, proprio nello stesso punto dove insiste la vecchia fonte.

Dopo aver chiesto pochi giorni fa l’intervento del servizio guasti dell’ACA, un operaio della stessa azienda acquedottistica, si è recato sul posto e ha verificato di che natura potesse essere la perdita. Nella relazione di archiviazione della verifica, si ipotizza che la perdita possa derivare proprio dalla vecchia fonte.

Tutto questo crea un danno alla collettività per il riversarsi quotidiano di acqua per strada, in un periodo come quello invernale dove le temperature soprattutto di notte possono scendere sotto zero, l’acqua che invade parte della carreggiata potrebbe ghiacciare e su una strada con percentuali di pendenza importanti, come quella di Via Fonte Borea, potrebbe creare problemi a chi quotidianamente transita questa importante arteria di collegamento tra colli e la pianura.

Per questo chiediamo al Sindaco e all’assessore competente, prima di tutto di far urgentemente verificare a ditte specializzate o a tecnici anche del Comune se realmente quella perdita arriva dalla vecchia fonte, nonché la possibilità anche attraverso l’aiuto finanziario di enti sovracomunali di riscoprire e valorizzare il manufatto. Nella Provincia di Pescara saremo anche settimi in Italia per attività culturali, ma siamo sicuramente ultimi nel capire quando c’è da valorizzare proprio sotto i nostri piedi un tesoro archeologico, magari con una semplice progettualità che possa preservare invece che semplicemente dimenticare.

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