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Come gli alberi spogliati ad Aprile

L'ultimo romanzo di Luca Pompei omaggia il coraggio di chi non ha abbandonato i territori devastati dal terremoto del 2009

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Il ricordo del terribile terremoto che il 6 aprile 2009 ha devastato L’Aquila e i piccoli comuni limitrofi, non smette di far sanguinare i cuori di coloro che lo hanno vissuto in prima persona, ispirando al contempo profonde riflessioni a chi ne ha seguito il triste evolversi.

È il caso del giornalista e scrittore Luca Pompei, che le ha trasferite nel libro dal titolo più che eloquente Come gli alberi spogliati ad Aprile. Presentato ieri pomeriggio presso l’Arca di Villa Raspa, grazie alla collaborazione della locale libreria Giunti, questo struggente racconto di dolore misto a speranza, che trasuda amore in ogni singola pagina, conduce il lettore nei meandri psicologici del post terremoto.

La collega Alessandra Renzetti, coadiuvata dall’editore, l’eccellente Alessio Masciulli, ha interrogato l’autore, che ha potuto così tratteggiare la sua opera per il numeroso pubblico presente. Tanti sono i personaggi raccontati all’interno del volume, alcuni reali, che Luca ha conosciuto di persona, altri immaginari, ma non per questo meno credibili e affascinanti. L’ambientazione è quella della piccola frazione di Casentino, una delle tante ridotte a macerie, che dopo dieci anni sono rimaste pressoché identiche all’alba del dopo terremoto.

L’incessante ripetersi quotidiano di Cesidio, l’anziano che, ormai solo, non ha comunque voluto abbandonare i suoi luoghi natii, prendendosi cura delle piccole cose rimaste nella sua abitazione fra le macerie, fa da prologo al racconto. Poi c’è Bruno, un avvocato ormai residente a Roma, che dapprima cerca di dimenticare le sue origini, ma poi, grazie anche al figlio Emilio, con problemi comportamentali che sembrano migliorare quando visitano il paese, ripensa completamente l’approccio alle sue radici. La bella e carismatica Enrica, una donna che decise di restare, ma che a volte se ne rammarica, pensando alle sue amiche che si sono sistemate altrove. E tante altre figure che questo racconto svela pian piano ai suoi lettori.

Presente all’incontro anche la fotografa Rossella Caldarale, autrice dell’evocativa immagine di copertina, che ha anche accompagnato Luca Pompei in alcune visite all’interno di quei luoghi spesso dimenticati. Non banale anche la prefazione, per mano dell’artista Peppe Millanta.

Oltre il racconto, Luca Pompei si è anche soffermato sulle cause che impediscono una seria ricostruzione, fra le beghe della burocrazia e l’avidità di professionisti senza scrupoli. Sono davvero tanti, insomma, i motivi che ci spingono alla lettura di questo bel volume, uno per tutti, forse, il dovuto rispetto per una tragedia che non potrà mai essere del tutto cancellata nelle nostre menti.

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