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Il Lunedì del Delfino

Verso un futuro già vecchio

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Chiudemmo la scorsa stagione con un editoriale speranzoso. Dopo un’annata ricca solo di record negativi, che nemmeno il Benevento, quest’anno, è riuscito ad eguagliare, avevamo immaginato che, ripartendo da Zeman, vista l’ormai da tempo consolidata scarsezza tecnica del campionato cadetto, sarebbe stato sufficiente accontentarlo in sede di mercato per viverlo da protagonisti. Fatta eccezione per il sopravvalutato Simone Andrea Ganz, che stranamente ha “ingannato” persino il boemo, circa le sue qualità nascoste (talmente bene che anche lui non le trova più…), la società ha invece costruito una Rosa talmente sciatta, che come ben sappiamo, alla fine ha addirittura “festeggiato” la salvezza, raggiunta solo all’ultima giornata.

Il presidente sperava, forse, di poter disporre di Zeman, com’è solito fare con i suoi sottoposti, magari immaginando che alla sua età non si sarebbe mostrato così combattivo e fermo sulle sue posizioni, come in passato. Si era costruito anche una sorta di “piano B”, convincendo Massimo Epifani ad occuparsi della Primavera, solleticando l’ego del tecnico pescarese, con la promessa di far fuori il Maestro alla prima occasione utile, se le cose si fossero messe male (così com’è stato infatti), per consegnare a lui le chiavi della Prima Squadra. Non con le tempistiche sperate, ma alla fine era anche riuscito a trovare il modo di cacciarlo, peccato che Epifani, per inciso, molto probabilmente, anche boicottato da una parte dello spogliatoio, in poco più di un mese trascinò il Delfino dalle soglie della zona play off, dove lo aveva rilevato, ai limiti della quintultima posizione. Il meno previsto “piano C”, quello che ha costretto a tesserare un terzo allenatore, per fortuna ha parzialmente raddrizzato una situazione che si stava facendo, sportivamente parlando, drammatica.

Di solito si utilizza l’ultimo articolo della stagione per disquisire del futuro che verrà. Chiaramente non lo faremo, perché abbiamo da tempo compreso quanto possa essere inutile. Promesse tante, fatti pochi o niente, da quando questa società tiene le redini della Pescara Calcio: solo affari legati al mondo del management calcistico, ovvero prestiti, riscatti, plusvalenze, insomma tutto, tranne il calcio giocato e i risultati sul campo, interessano il ragioniere e i suoi sottoposti. La Rosa che verrà non rappresenterà il disegno prospettato dal futuro allenatore, ma la mescolanza alchemica di chi tesse le fila dall’alto, in cambio del potere, economico e sociale, che ciò consegna. In pratica i tifosi non avranno certezze alla partenza del campionato 2018/2019, dovranno solo augurarsi che, casualmente, l’accozzaglia loro proposta, magari possa funzionare. Chissà per quanti anni ancora bisognerà sopportare questa gestione, senza cuore, distaccata, fredda, sempre e solo accusatoria verso l’esterno, mai capace di ammettere le proprie responsabilità? Di una cosa possiamo essere più che certi: Lui non se ne andrà MAI! Almeno finché non troverà un “sistema” che possa offrirgli maggiori garanzie di guadagni e, francamente, all’orizzonte non sembra apparire nulla di simile. In cambio di qualche timido “vaffa” ha messo le mani sulla gallina dalle uova d’oro, complice, lo ricordiamo sempre, il colpevole dietro front del suo predecessore, che dopo aver fatto sognare il popolo biancazzurro, ha lasciato il Delfino nelle sue mani. Giuseppe De Cecco, non Daniele Sebastiani, è il vero responsabile di questo sfacelo morale!

Per quanto potrà sembrare poco utile, quasi certamente proseguiremo nel raccontare le settimanali gesta del Delfino Pescara, almeno per provare a riequilibrare parzialmente il peso specifico dei reggitori di microfono, incapaci di fare domande scomode e il cui unico scopo, davvero poca cosa nella vita, sembra essere quello di fare da eco a qualsivoglia dichiarazione provenga dall’alto.

Lo scorso anno, in chiusura, celebrammo l’addio al calcio giocato di una vera e propria bandiera vivente: Francesco Totti. Un altro ex campione del mondo, Gianluigi Buffon, ha chiuso l’altro ieri la sua carriera, almeno in Italia, per quanto ne sappiamo ad oggi. A differenza del romanista, nel suo caso oltre ai peana di gloria, anche alcune polemiche, da parte dei detrattori, lo hanno accompagnato in questa importante fase della vita. Noi ci limitiamo a ricordarlo, perché il dovere di cronaca impone la narrazione dei fatti e non dei pettegolezzi. Poco importa se questi ultimi, a volte, possono anche coincidere con la verità; nel caso di Buffon, la marea di titoli, trofei e riconoscimenti che lo hanno consegnato alla Storia del calcio, come uno dei migliori portieri di tutti i tempi, rappresentano dati concreti e inconfutabili.

A meno che non se ne dovesse ravvisare la necessità, per via di fatti particolarmente rilevanti, ci ritroveremo il lunedì successivo alla prima giornata. Per ora è tutto, non ci resta che augurare una buona estate a tutti i tifosi biancazzurri e alle loro famiglie.

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