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Il Lunedì del Delfino

Chi ben comincia ...

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Dopo le prime due gare di campionato il Delfino si ritrova in perfetta media inglese, grazie al pareggio esterno di Cremona e al successo casalingo di ieri pomeriggio contro la neo promossa Livorno. Un ottimo inizio, considerate le premesse della vigilia, con un precampionato non proprio esaltante. Merito senz’altro dell’esperienza di Bepi Pillon, che sembra aver ben amalgamato le varie anime di questa Rosa, un mix molto equilibrato di giocatori esperti e giovani vogliosi di mettersi in evidenza. In campo, ma anche fuori, da quel che sembra, si percepiscono le qualità di un gruppo affiatato, sensazioni che mancavano a Pescara almeno dai tempi dell’armata zemaniana 2011/2012.

Va sottolineato che è davvero troppo presto per esaltarsi, anzi, sarebbe proprio il caso di rimanere con i piedi e la testa ben piantati a terra. I quattro punti finora conquistati sono fortemente debitori nei confronti di Madama Fortuna, che generalmente tende a riportare tutto (o quasi) in equilibrio, durante l’intero arco della stagione. Gli avversari, poi, si sono rivelati abbastanza abbordabili e, stranamente, in soggezione, almeno nel corso delle prime frazioni di gioco, al cospetto dei biancazzurri.

Nel frattempo, visto che si tornerà in campo solo fra due settimane, con il Pescara che sarà di scena a Brescia, la pausa prevista ci consente di provare a formulare una prima, seppur provvisoria, analisi dei vari reparti.

Iniziamo dalla difesa, schierata a quattro, con la medesima formula “alla Zeman”, ormai collaudata in riva all’Adriatico. D’altronde, alla luce delle caratteristiche tecniche dei giocatori a disposizione, il buon Pillon non avrebbe potuto di certo immaginare qualcosa di diverso. Quasi nessuno dei centrali in Rosa è abituato a giocare con la difesa a tre, che quindi si sarebbe rivelata un azzardo inutile, almeno per il momento. Se poi, in allenamento e nel corso delle settimane, magari grazie alla fiducia che i risultati positivi, se continueranno, potrebbe fornire, la squadra si mostrerà disposta ad esercitarsi in questa alternativa tattica, sarà tanto di guadagnato. Per quanto visto finora, infatti, il reparto arretrato non si è mostrato imperforabile, complici alcune distrazioni di troppo, che una difesa a quattro non può concedersi il lusso di regalare agli avversari. Punto di forza assoluto è sembrato essere il centrale di Guadalupe, Andrew Rayan Gravillon. Peccato per le ancora troppe imprecisioni in fase di impostazione, con troppi palloni letteralmente gettati in tribuna, ma a parte questo, dalle sue parti molto difficilmente si passa. Dovesse migliorare ancora, questa categoria gli comincerà a stare davvero stretta. L’infortunio muscolare che ieri pomeriggio ha costretto al forfait il portiere titolare, l’ormai pescarese d’adozione Vincenzo Fiorillo, ha potuto fornire una positiva e inattesa risposta a chi fomentava dubbi circa la mancanza di un vero numero dodici. Il giovane albanese Kastrati ha dato ragione a chi, in società, gli aveva già da tempo consegnato quella fiducia che ai tifosi mancava. Considerata l’eccezionalità della situazione contingente e improvvisa, oltre alla pioggia, a tratti scrosciante, che rendeva il pallone viscido e scivoloso, nelle poche occasioni in cui è stato impegnato dagli avanti livornesi, si è ben disimpegnato, mostrando una discreta dose di freddezza ed elasticità.

Il reparto che da maggiori garanzie, ma c’erano pochi dubbi in merito, è senza dubbio il centrocampo. Due giocatori del peso specifico di Brugman e Memushaj, da poter schierare contemporaneamente, forse nessuna delle altre diciotto compagini della cadetteria, può vantarli. La loro simultanea presenza in campo, consente al terzo centrale di potersi esaltare tatticamente. Era accaduto a Machin in quel di Cremona, è stato ulteriormente ribadito dal giovanissimo Melegoni, contro il Livorno. Quando entrambi, soprattutto l’albanese, apparso ancora a corto di fiato, avranno smaltito le fatiche della preparazione estiva e potranno dare il meglio di loro nell’arco di tutti i novanta minuti di gioco, la squadra potrebbe davvero iniziare a “far male” agli avversari.

Veniamo infine all’attacco, che finora ha mostrato alti e bassi in egual misura. È vero che le tre marcature fin qui realizzate sono state prodotte proprio da due attaccanti, ma la prima di Mancuso solo all’ultimo respiro e complice l’uscita a vuoto dell’estremo difensore cremonese, mentre le altre due, quelle che hanno consegnato i tre punti nel match di ieri pomeriggio, grazie a due penalty del redivivo Andrea Cocco. Nonostante la massiccia abbondanza di punte e tutte potenzialmente di qualità (oltre ai due citati, anche Capone, Monachello, Antonucci e Del Sole), almeno in questi primi 180’ di gioco, abbiamo potuto constatare una certa difficoltà nell’inquadrare la porta e mettere seriamente in difficoltà i portieri avversari. Anche in questo caso, però, l’esperienza e la bravura del tecnico, ci consentono di pensare positivo, in prospettiva futura. Magari non a grappoli, ma le reti arriveranno, ne siamo abbastanza certi.

In definitiva abbiamo evidenziato un buon quadro generale e riteniamo che sia giusto così. Se le critiche non devono mancare, soprattutto rispetto a taluni atteggiamenti posti in essere dalla società, almeno ci piace poter mettere in evidenza gli ottimi risultati finora conseguiti sul rettangolo di gioco. L’impegno e l’attaccamento ai colori, non sembrano mancare e questo, per ora, soprattutto dopo le ultime, davvero pessime stagioni, a cui abbiamo assistito, potrebbe bastarci. Non ci accontentiamo, perché Pescara merita davvero di più, ma il bicchiere intanto è mezzo pieno, non rimane che riempirlo!

 

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