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Il centrodestra di Spoltore critica l'amministrazione per la transazione del caso Arca

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La vicenda Arca trae origine da un accordo tra la società (oggi Adriatica SpA) e il Comune, attraverso il quale la prima poteva costruire delle opere private, come il centro commerciale, il cinema, gli appartamenti e gli uffici e il Comune avrebbe ottenuto in cambio delle opere pubbliche come il centro civico, il campo di calcio, un parco privato a uso pubblico e relative strade e opere di urbanizzazione.

L’accordo era del 2001 e aveva durata decennale. Nel corso di questo iter, iniziato già con diverse carenze dalla Giunta Renzetti, vi sono state una serie di controversie per responsabilità di entrambe le parti, società e gestione comunale nel suo complesso.

Ad oggi, però, l’Arca ha di fatto costruito molte opere private (53.821 mq edificati e 114 appartamenti), mentre quelle pubbliche più importanti sono state lasciate da parte perché sono state realizzate solamente il centro civico, la cui proprietà deve ancora essere ceduta al Comune, e le strade funzionali al centro commerciale e a tutta l’area edificata.

Per porre fine a questa situazione di contrasto, questa amministrazione ha proposto una transazione (leggi qui l'articolo) che dovrà essere adottata dalla Giunta. Ieri, però, il Sindaco Di Lorito ha voluto che i consiglieri comunali prendessero la responsabilità, pur non avendone la competenza di legge, di dire alla Giunta “di approvare la transazione proposta”.

Quest’ultima, a nostro avviso, è completamente sbilanciata verso l’Arca e accontenta gli interessi del privato, a scapito di quelli pubblici. Addirittura la transazione farebbe ottenere al Comune meno di quello che la stessa società aveva proposto a gennaio 2015, come condizione di accordo. A dir poco sconcertante.

La transazione prevede una serie di rinunce da parte del Comune a interessi pubblici importanti, come lo sgravio di tutti gli oneri concessori, compreso il costo di costruzione e - dulcis in fundo - la restituzione immediata degli oneri di Bucalossi che la società ha finora pagato, con un versamento che deve avvenire prima di sottoscrivere la nuova Convenzione, addirittura senza che le opere pubbliche mancanti siano ancora state realizzate.

Per quanto riguarda il campo di calcio che già doveva essere fatto da anni, l’Arca promette di realizzarlo entro il 2020, ottenendo la concessione di  sfruttare economicamente ulteriori locali che saranno edificati per finalità quali bar o ristorazione.

Noi non ce la prendiamo con il privato che cerca di ottenere il massimo profitto. La nostra dura critica è rivolta agli amministratori a cui competerebbe la tutela degli interessi pubblici e che, invece, sono risultati completamente appiattiti sulle richieste del privato, riuscendo solo a ottenere promesse di realizzare ciò che già doveva essere costruito.

La questione Arca, nel bene e nel male, è stata tutta gestione del PD di Spoltore (e non solo) che governa la nostra città da oltre 20 anni. I problemi di gestione hanno riguardato diatribe interne e vecchie che però, registriamo oggi, non vengono superate in quanto i consiglieri di maggioranza attuali hanno legittimato, con un voto compatto e positivo, la continuazione di un modus operandi mortificante per il bene collettivo. Una linea politica molto distante dal "cambiare verso" del Premier Renzi, Segretario Nazionale del PD.

Come consiglieri comunali, in questo mandato, abbiamo fatto tutto il possibile, studiando migliaia di carte, presentando interrogazioni e anche denunce a tutte le autorità competenti. La verità di questa vicenda, evidentemente, sta oltre le carte scritte, ma su questo noi non possiamo far nulla se non continuare l’opera di controllo e di informazione alla cittadinanza.

L’unica via di uscita che vediamo è che i cittadini, alle prossime elezioni, possano scegliere un "vero cambiamento" e far uscire definitivamente dalla gestione della cosa pubblica a Spoltore coloro che per decenni hanno relegato e continuano a costringere la nostra amata città a vivere ingabbiata a logiche vecchie, gestione opaca del rapporto con i privati, poco produttiva per il bene collettivo e zero risultati pubblici.

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