Arriva un dato negativo sulla balneazione delle acque abruzzesi anche per la stagione 2016. A lanciare l'allarme è il Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua. Qui il comunicato:
L'Abruzzo partirà con 18 tratti di costa chiusi alla balneazione, più del 15% dei segmenti in cui è suddivisa la sua costa ai fini della balneazione. Di questi, 8 saranno chiusi per tutta la stagione estiva 2016 perché hanno raggiunto i 5 anni consecutivi di classificazione nella categoria "scarsa"; gli altri potranno essere riaperti solo dopo analisi confortanti e dopo la risoluzione delle cause che hanno determinato le criticità per quanto riguarda le analisi degli anni scorsi.
Ricordiamo che la classificazione viene fatta sulla base delle indicazioni dell'Unione Europea contenute nella Direttiva 7/2006/CE che ha chiesto agli Stati Membri di classificare ai fini della balneazione le acque dei singoli tratti di costa in 4 classi di qualità: eccellente; buona; sufficiente, scarsa. La classificazione ai fini della balneazione tiene conto esclusivamente dell'inquinamento di tipo microbiologico, verificando l'entità della presenza di Escherichia coli ed enterococchi. I dati ottenuti nel monitoraggio annuale vengono aggiunti a quegli degli anni precedenti ai fini della classificazione (come detto la classificazione 2016 è avvenuta tenendo conto dei dati di quattro anni di monitoraggio, dal 2012 al 2015).
Come mostriamo nella tabella, poco meno della metà dei tratti costieri abruzzesi, il 49,1%, è nella qualità migliore, la categoria "eccellente". Poco meno del 20% è nella categoria "buono", quasi il 15% nella categoria "sufficiente" e il 16,5% nella categoria scarso.
Il confronto con le regioni del medio Adriatico è impietoso.
In realtà, guardando alla serie storica dei dati, finalmente, dopo anni di costante peggioramento, si evidenzia un cambio di tendenza con qualche timido segnale di recupero della qualità in alcuni tratti.
Un esame dei dati suddivisi per provincia permette di evidenziare che i dati leggermente migliori sono relativi a quella di Teramo; la peggiore è Pescara.
Come detto 10 tratti partiranno con il divieto di balneazione il primo maggio 2016. Potranno essere riaperti solo a seguito di due campionamento favorevoli e dell'adozione di concrete misure di risanamento. Tra questi, come largamente previsto, i tratti di Pescara "ex via Mazzini" (da quest'anno suddiviso in due tratti, Via Muzii e via Galilei) e "via Balilla".
I 10 tratti sono i seguenti:
-Martinsicuro: 250 metri a nord della Foce del Vibrata
-Alba Adriatica: 250 metri a sud della Foce del Vibrata
-Città S. Angelo: 50 metri a sud della Foce del Torrente Piomba
-Città S. Angelo: 300 metri a nord della Foce del Fiume Saline
-Pescara: zona antistante via Muzii (ex parte del tratto definito "Via Mazzini")*
-Pescara: zona antistante via Galilei (ex parte del tratto definito "Via Mazzini")*
-Pescara: zona antistante via Balilla
-Francavilla al mare: 140 metri sud Fosso S. Lorenzo*
-Vasto: zona antistante Fosso della Paurosa
-Vasto: 1100 metri a nord molo Marina di Vasto*NOTA BENE: sono tratti di nuova istituzione derivanti da tratti classificati in categoria "scarsa". Non sono riportati nella tabella B1 ma le misure sono previste nell'articolato della Delibera (nei tratti di nuova istituzione derivanti da acque in categoria scarsa si applicano le stesse misure della Tabella B1).
Invece otto tratti saranno chiusi alla balneazione per l'intero 2016. Alleghiamo direttamente la tabella tratta dalla Delibera regionale.
Nel comunicato stampa del marzo 2015 scrivevamo:
"Ai più sfugge una norma della Direttiva che, alla fine del quinquennio di classificazione (cioè dal prossimo anno), imporrà la chiusura definitiva alla balneazione dei tratti costieri in cui la qualità delle acque è classificata “scarsa” (cioè, con i dati di 4 anni, attualmente più di 1/5 della costa abruzzese). Sarebbe un danno immenso all'economia regionale."
Quando nel 2013 il Ministero assegnò di fatto la maglia nera al mare abruzzese ci fu una corsa a cercare di smentire e di sottacere il problema. Solo una classe politica e amministrativa miope poteva scegliere di adottare la politica dello struzzo, cercando disperatamente di nascondere il fallimento della gestione del territorio e delle sua risorse che sono alla base della nostra economia.
Nascondere i problemi sotto la sabbia ci porterebbe solo ad aggravarli ulteriormente. Noi esigiamo invece che i problemi emergano nella loro gravità perché solo la piena consapevolezza delle criticità può portare ad un radicale ed indispensabile cambiamento nella società. Noi siamo arrabbiati per come le società di gestione dell'acqua siano state letteralmente saccheggiate in questi anni producendo un debito stimato in 350 milioni di euro che di fatto limita se non azzera ogni possibilità di investire in futuro."Bisogna abituarsi a parlare non tanto di bandiere Blu ma della classificazione ufficiale dei tratti costieri che una regione vuole aprire alla balneazione in 4 categorie di qualità, secondo quanto dettato dalle normative comunitarie.
Se i nostri corsi d'acqua sono stati ridotti a fogne e i depuratori per oltre il 50% non funziona bene (o per nulla) come accertato dal Corpo Forestale dello Stato lo dobbiamo ad una politica dissennata di gestione della cosa pubblica che ha massacrato anche le opportunità di lavoro, visto che non sono stati fatti investimenti in cantieri per depuratori e reti per centinaia di milioni di euro. Un fiume di denaro sparito in meandri opachi che possono creare consenso dopato ma che alla lunga uccidono l'intera comunità. Questi sono i risultati. Se nessuno paga e anzi si costruiscono ulteriori carriere cavalcando il disastro di cui si è corresponsabili non risolleveremo questa situazione.
Il Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua, Nuovo Senso Civico, Pescara PuntoZero e Zona 22 chiedono di:
-informare dettagliatamente e costantemente i cittadini sullo stato delle acque di balneazione, con l'affissione dei cartelli esplicativi e pubblicizzando sempre di più i due portali, quello del Ministero della salute e quello dell'ARTA su cui è possibile consultare tutti i dati (http://www.portaleacque.salute.gov.it/PortaleAcquePubblico/ ehttp://www.artaabruzzo.it/applications/balneazione/
-cercare in ogni modo di accertare le responsabilità degli amministratori delle società di gestione che si sono succeduti negli anni della gestione fallimentare delle società di gestione del servizio idrico integrato;
-promuovere una partecipazione ampia della società abruzzese nella definizione degli strumenti di gestione come i Piani d'Ambito (dove si decidono gli investimenti) e il Piano di Tutela delle Acque (dove si determinano le regole);
-concentrare le poche risorse disponibili nelle infrastrutture alle attività di bonifica, disinquinamento del territorio. Basta nuove grandi strade, megaporti e nuove ed inutili grandi opere, Apriamo i cantieri di depuratori, fitodepuratori, rinaturalizzazione delle sponde ricreando fasce di vegetazione ripariale degne di questo nome e creiamo lavoro per far tornare bello il nostro Abruzzo;
-pubblicizzare i risultati dei controlli svolti sui depuratori da province ed ARTA;
-fermare le nuove captazioni sui fiumi che diminuendo le portate abbattono la loro capacità di auto-depurazione;
-i comuni promuovano la partecipazione diretta dei cittadini alla sorveglianza e alla gestione dei corsi d'acqua con progetti specifici.Ribadiamo lo slogan della manifestazione di alcune settimane fa a Pescara "Un'unica grande opera: il risanamento di mare e fiumi".
Alcuni paragrafi del comunicato sono volutamente identici ai comunicati del 2014 e del 2015, visto che non è cambiato nulla.
La Delibera di classificazione 2016 è disponibile a questo link:http://www.regione.abruzzo.it/…/20…/DGR148_2016_Allegati.pdf