"Dinamismo", "modernità", sono due delle parole chiave che dovrebbero connotare la città di Pescara che, per vocazione naturale, avrebbe dovuto in questi anni puntare a svolgere un ruolo di guida nella diffusione del concetto di Smart City.
Con questo termine ci si riferisce alle cosiddette "città intelligenti", vale a dire quelle in cui le implementazioni tecnologiche e logistiche sono volte a migliorare la vita dei cittadini, con una gestione più oculata delle risorse e i vantaggi che ne derivano anche in termini ambientali.
Purtroppo, invece, ancora una volta il provincialismo e la miopia della classe politica cittadina hanno tarpato le ali al capoluogo adriatico.
Appena pochi giorni fa, iCityLab - organizzazione del Forum PA - ha pubblicato il rapporto annuale delle Smart Cities italiane che vede Pescara relegata ad un pessimo 65mo posto sui 103 capoluoghi esaminati.
La Grande Pescara deve invece divenire Città Intelligente - al pari di quanto hanno fatto e stanno facendo altre importanti realtà del centro Italia, da Roma a Bari - liberando le energie che per troppi anni sono state represse.
Il rapporto annuale 2013 con tutti i dati e la classifica delle smart cities italiane è disponibile sul sito di iCityLab