No alla riforma dei 60 Cfu, l'Usb incontra gli studenti all'università

Appuntamento il 22 marzo dalle ore 18 nell'aula 33 dell'ateneo, in viale Pindaro

Redazione
19/03/2024
Attualità
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La riforma dei 60 CFU, pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 25 settembre, in seguito al DPCM del 4 agosto scorso, prevede “uno stravolgimento radicale rispetto alla formazione e al reclutamento del corpo docenti”. Lo sostiene l'Usb, che organizza un incontro con gli studenti in programma il 22 marzo dalle ore 18 nell'aula 33 dell'università D’Annunzio”, in viale Pindaro.

“Questa riforma - prosegue il comunicato - porta ad un cambiamento radicale della selezione e della formazione del ceto degli insegnanti, che si inserisce in una riorganizzazione della scuola e dell’insegnamento stesso: infatti, quella che a prima vista può sembrare un intervento legislativo sull’insegnamento ci parla di molti altri temi riguardanti l’accesso all’istruzione e al lavoro nel pubblico impiego, il tipo di formazione che viene perseguita e cosa serve quindi per realizzarla”.

Vengono poi ribadite le richieste che, come Cambiare Rotta e Unione Sindacale di Base, si stanno portando avanti per fermare questa riforma:

  • Ritiro immediato della riforma dei 60 CFU e la cancellazione di qualsiasi forma di numero chiuso per l’insegnamento;
  • Il ritiro di qualsiasi forma di pagamento per l’accesso ai corsi di abilitazione, che devono essere gratuiti per tutti i richiedenti;
  • Un accesso libero ai percorsi esclusivamente all’interno delle università pubbliche;
  • Un nuovo piano pubblico e stabile di assunzioni di docenti, la stabilizzazione di tutti i precari, per riuscire a costruire una nuova scuola pubblica e una formazione indirizzata ai bisogni dei giovani, con il settore pubblico di nuovo al centro per tutelare l’occupazione.

“Occorre conoscere la riforma per fermarla - conclude la nota - Per questi motivi USB, con gli studenti di PAS Partecipazione Attiva Studentesca e di Cambiare Rotta, chiama alla mobilitazione contro una riforma sbagliata e ingiusta”. 

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