Si è svolta ieri la seduta della Commissione Controllo e Garanzia convocata per fare il punto sull’organizzazione del servizio antincendio nella Riserva Dannunziana, alla luce dell’ultimo episodio di incendio della scorsa settimana. Alla presenza dell’assessore al verde, Cristian Orta, e dell’assessore alla protezione civile, Massimiliano Pignoli, sono emerse “tutte le falle di un sistema ormai svuotato di risorse nel corso degli ultimi anni”, dice il presidente della Commissione, Paolo Sola (M5S).
“L’esigenza di un chiarimento da parte della giunta nasceva proprio dal fatto che il Comune, nel corso degli anni passati, ha ridotto progressivamente le ore di sorveglianza sulla Riserva – denuncia Sola – passando dalle 8 ore notturne del 2019 e 2020 alle sole 4 ore pomeridiane di oggi, proprio nel cuore dell’estate e nel periodo di massima pericolosità. Anche il contributo economico è stato tagliato rispetto al passato: meno ore, meno risorse, meno prevenzione, soprattutto se, come si legge negli atti di affidamento del servizio, questo dovrebbe garantire sicurezza ‘durante quella fascia oraria della giornata in cui viene meno l’osservazione diretta da parte dei cittadini’, e si è passati invece da un pattugliamento notturno ad un che va dalle 14:30 alle 18:30, senza alcun tipo di presidio in tutto il resto della giornata”.
A lanciare l’allarme a seguito del recente incendio che ha colpito nuovamente la pineta, era stato nei giorni scorsi anche il sindacato dei vigili del fuoco Federdistat-Cisal, che ha lamentato come alcuni uomini del comando provinciale siano stati costretti a presidiare fisicamente il perimetro della Riserva dopo aver domato le fiamme, svolgendo un’attività che non sarebbe certo di loro competenza e che sottrae inevitabilmente personale a interventi urgenti.
“Significa – prosegue Sola – che quel minimo servizio organizzato dal Comune non è in grado di garantire una copertura adeguata, tanto che deve intervenire chi non ha alcuna responsabilità diretta, oltre quella emergenziale legata allo spegnimento delle fiamme, la quale dovrebbe poi lasciare spazio ad un servizio di vigilanza boschiva organizzato dal Comune o dalla Regione. È la conferma lampante che ci si sta affidando all’improvvisazione, allo scaricabarile e alla buona volontà di pochi, mentre si continua a ridurre i presìdi anziché potenziarli”.
A preoccupare è anche l’assoluta opacità sulla reale capacità di monitoraggio e prevenzione attiva, dato che non c’è chiarezza su quale sia l’effettiva organizzazione antincendio per la nostra pineta, il servizio di vigilanza è chiaramente insufficiente, e le due sole telecamere installate all’interno della Riserva sono collegate alla control room della Polizia Municipale, che chiude alle ore 24. Dopo quell’ora, quindi, anche l’occhio elettronico si spegne.
“Chi sta sorvegliando la Pineta mentre dormiamo? Nessuno, ed è inaccettabile. Ciò che servirebbe è una pianificazione seria, strutturata, con risorse adeguate e responsabilità chiare su tutte i fronti – conclude Paolo Sola - sia in fase di prevenzione che in fase emergenziale. Ma invece si assiste a un lento smantellamento del servizio di vigilanza (quest’anno sottoscritto, tra l’altro, solo a luglio inoltrato), in un silenzio colpevole e complice. È sempre più urgente dare alla Riserva un Comitato di gestione e un Direttore, come chiediamo da tempo, perchè si smetta di navigare a vista su una risorsa ambientale così importante per la nostra città”.