Se c’è una cosa che lo scorso campionato ci ha insegnato è che a fare pronostici nel calcio si rischiano brutte figure. Il Delfino targato Silvio Baldini ribaltò ogni previsione, dimostrando ancora una volta perché questo sport è così seguito, commentato, discusso, amato e odiato al tempo stesso. Forse in nessun’altra competizione di squadra è possibile assistere ad una vittoria dell’ultima in classifica contro la prima: solo in questi rettangoli verdi di gioco la leggendaria e biblica sfida che Davide lanciò a Golia si può davvero realizzare.
Dopo la chiusura del calciomercato la tifoseria biancazzurra è rimasta con l’amaro in bocca, poco o nulla di quanto promesso o chiacchierato è alla fine giunto agli ordini di mister Vivarini, che dovrà necessariamente fare di necessità virtù e dimostrare quanto conti nelle serie inferiori alla A, la mano del tecnico. Sì perché, in fondo, storie recenti alla mano, per lo meno il calcio nostrano, al di fuori della Massima Serie, dove i campioni fanno la differenza, spesso a prescindere da chi li allena, ha evidenziato quanto sia livellata la qualità dei singoli, che diventano vincenti solo laddove si creano i presupposti per un gruppo solido e vincente.
La Rosa del Pescara, rispetto alle avversarie, leggendone i nomi, appare destinata a una mesta retrocessione. Tutti i giornali e i vari siti o blog che si occupano della cadetteria, hanno più o meno condannato Brosco e compagni all’immediato ritorno in serie C. In riva all’Adriatico, però, abbiamo fatto l’abitudine ai miracoli o alle “magie” come si diceva lo scorso campionato. Con buona pace dei Baldini boys, certo l’edizione più clamorosa in questo senso resta quella targata Galeone 1986/1987, dalla C alla A in una sola stagione, ma ne abbiamo vissute anche altre. Il problema è che fintanto questa società avrà come presidente Daniele Sebastiani, l’unica possibilità per festeggiare a fine stagione sarà sempre e solo affidata a miracoli, magie, eventi favorevoli, fortune e macumbe varie. La parola “programmazione” è stata bandita dal vocabolario del Delfino, punto.
L’80/90 % dei tifosi pescaresi, a prescindere dall’amore viscerale verso questi colori, che li fa esultare ad ogni goal, chiunque lo metta a segno, chiunque guidi la panchina e chiunque abbia in mano le chiavi della società, non vede l’ora di avere una nuova presidenza, seria e ambiziosa come questa piazza merita. La percentuale restante è per lo più composta dai “meno male che Sebastiani c’è” e al suo interno troviamo piccoli faccendieri che fanno affari con lui, negozianti e loro dipendenti da cui si reca a fare spese, pranzare, cenare o anche solo prendere un caffè, amici di vecchia data e, soprattutto, reggi microfono che non hanno la libertà sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione. D’altronde basta dare uno sguardo a qualche pagina su facebook, dove le sue dichiarazioni nel corso degli anni si sono basate su contraddizioni e bugie poi rivelatesi tali, per giudicare la realtà dei fatti.
Orbene, dopo le prime due, più o meno preventivate sconfitte in altrettante giornate, la stagione del Pescara avrà realmente inizio sabato prossimo all’Adriatico contro il Venezia. A Vivarini il compito di costruire una squadra degna di questi colori, ai giocatori quello di seguire le indicazioni di un tecnico che, di questo abbiamo la più totale certezza, ci metterà il cuore per far vincere il Delfino e a noi quello, meno ricco di soddisfazioni, ma doveroso, di continuare a raccontare le loro vicende, senza filtri e senza falsità, come etica giornalistica impone.