Il caso del logo "Pescara Città Dannunziana" finisce su Il Giornale

Paolo Tancredi, deputato del NCD, riprendendo l'articolo di Bruno Guerri boccia Alessandrini

la redazione
05/08/2014
Attualità
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Finisce sulle cronache nazionali del quotidiano "Il Giornale" il caso del logo "Pescara Città Dannunziana".

Il quotidiano, fondato da Indro Montanelli, ha pubblicato oggi un articolo, firmato da Giordano Bruno Guerri, che ha fatto salire Pescara alla ribalta nazionale stigmaizzando la decisione del sindaco Alessandrini.

Coglie la palla al balzo il deputato abruzzese del Nuovo Centrodestra e capogruppo in Commissione Cultura alla Camera Paolo Tancredi che boccia Alessandrini con queste parole: "Come Sindaco è forse troppo presto per giudicarlo. Ma come conoscitore della letteratura e dalla storia del personaggio più celebre della sua Città, se non dell'Abruzzo, il giudizio sul sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, è inequivocabile: bocciato".

"Ogni primo cittadino - continua Tancredi - per fare bene il proprio mestiere, dovrebbe anzitutto amare la propria città. E questo, nel caso di Pescara, significa anzitutto conoscere, e se non la si conosce studiare, la grandezza di una figura così importante per la cultura italiana ed europea come quella di Gabriele D'Annunzio. Per questo motivo lascia senza parole l'estrema superficialità, la sconcertante banalità culturale che il Sindaco Alessandrini ha dimostrato decidendo di vietare l'uso dello stemma di 'Pescara Città Dannunziana'".

"Gabriele D'Annunzio, così come le sue opere, è patrimonio di tutti. E noi, come abruzzesi, dovremmo essere i primi a sottolinearlo. Eppure - continua ancora Tancredi - cadono davvero le braccia constatare che qualcuno ancora oggi si ostina, senza conoscere o contestualizzare il personaggio nella sua epoca, a politicizzare o, peggio, degradare il Vate a vittima dello spoil system, come ha fatto notare opportunamente Giordano Bruno Guerri sulle colonne de Il Giornale di oggi. Alessandrini, dunque, torni sui libri. Scoprirà, magari, la celebre espressione pronunciata da D'Annunzio quando da Deputato disse, abbandonando i banchi della destra per quelli della sinistra, 'vado verso la vita'. Leggendola, forse, cambierà idea. Ma sarebbe ancor più grave. O meglio, ridicolo", conclude il deputato del Nuovo Centrodestra.

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