Abruzzo: un bambino su due è schermo dipendente

Raffaele Morelli spiega il fenomeno sociale

Comunicato Stampa Hill Knowlton
12/12/2014
Attualità
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Un bambino su due (50%) residente in Abruzzo passa più di  3 ore e mezza del suo tempo davanti a uno schermo, sia esso del pc, di un tablet o di uno smartphone a fronte di una media del 22,7% rilevata in Italia e del 9,3% rilevata in Inghilterra, Germania, Russia e Francia. È il dato che emerge da una ricerca commissionata da Duracell per comprendere le abitudini di gioco delle famiglie di oggi. Secondo quanto rilevato, il 93% degli intervistati nella regione Abruzzo (quindi 9 su 10), ammette di giocare sempre più sui dispositivi dotati di video a discapito di altre attività più tradizionali.
La ricerca, condotta da Censuswide, ha rilevato la forte crescita dei nuovi giochi digitali ma, a fianco a questa tendenza, ha anche evidenziato il desiderio da parte delle famiglie pugliesi di trovare un’alternativa a questo tipo di attività. Così, nonostante i giochi su schermo siano i protagonisti indiscussi dei pomeriggi in casa, il 64% delle famiglie intervistate in Abruzzo si dichiara disponibile ad accogliere un’alternativa diversa dal gioco digitale e a trascorrere più tempo all’aria aperta. Un dato interessante riguarda il fatto di voler condividere maggiormente il tempo con i figli, infatti il 43% dei genitori vorrebbe leggere più favole ai propri bambini, mentre il 30%, giocherebbe ai classici giochi di società. Inoltre, anche chi sapeva che avrebbe passato molto tempo con giochi “elettronici” credeva che si sarebbe trattato di macchine o altri oggetti con comando remoto, non con tablet e device (40%)
Ma quali sono le alternative ai giochi digitali preferite proprio dai bambini abruzzesi? Tra i giochi attivi riscontrano ancora un grande successo le attività all’aria aperta, come l’andare in bicicletta (53%) seguite dalle intramontabili costruzioni (50%) e macchinine (24%). Per molti le bambole, anche quelle più  tecnologiche, sono sempre apprezzate (20%), ed infine rimangono alte in classifica anche attività come il disegno (quasi 37%) e addirittura la cucina (33%)
Ma nelle case abruzzesi esistono ancora dei luoghi digital free, non contaminati dalla presenza di tablet e dispositivi? I primi tre luoghi sacri “non digitali” sono rappresentati dalla vasca da bagno (50%), dai servizi igienici (43%) e dal letto (43%), mentre la tavola è solo per il 20% delle famiglie il luogo in cui i device dovrebbero essere sempre off limits.
A commento di questo studio, lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli afferma: “I risultati della ricerca ci portano ad affrontare un fenomeno nuovo, ma non inaspettato. I giochi digitali rappresentano una valida alternativa, se utilizzati per periodi limitati di tempo. Le due dimensioni possono e devono coesistere. Il gioco attivo implica un’attività reale e concreta, attraverso la quale i bambini comprendono come far funzionare le cose e che da una loro azione può scaturire un effetto concreto. Il gioco attivo non è solo un passatempo, serve proprio per potenziare le loro capacità innate, che sono immense”.

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