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L'Acqua del fiume Pescara sulle tavole di pescaresi e chietini?

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L'acqua del fiume Pescara arriverà sulle tavole dei pescaresi e dei chietini? Cosa si cela dietro ai movimenti attorno al potabilizzatore di Chieti scalo?

A volte ci chiediamo se l'arsenico e il mercurio presenti nel fiume Pescara possano essere anche la causa di quello che appare essere un comportamento totalmente schizofrenico degli enti pubblici. 

Apprendiamo infatti dalla stampa della riunione svoltasi per la potabilizzazione del fiume Pescara e non possiamo che constatare che la confusione regna sovrana. Volutamente? 

Da un lato forse fare ammuina conviene per evitare di ammettere quello che ormai è evidente a tutti: i progetti faraonici del passato sono paragonabili ai balli sul Titanic prima dell'impatto. Si è giocato con decine di milioni di euro di fondi pubblici e oggi non si sa che fare per cui è meglio andare avanti come se nulla fosse. 

Dall'altro non vorremmo però che dietro alle riunioni e agli annunci confusionari si nasconda un disegno a nostro avviso ben più pericoloso.
 

Intanto è deprimente che il sindaco di Chieti Di Primio diserti la riunione convocata dal Ministero dell'Ambiente sulla situazione catastrofica del Fiume Pescara e invece trovi il tempo non solo per presiedere alla riunione sul potabilizzatore ma anche per rilasciare dichiarazioni che a prima vista appaiono poco o per nulla informate sulla possibilità o meno di potabilizzare quell'acqua. Infatti leggiamo che per il sindaco teatino l'impianto "deve essere usato come potabilizzatore e non per altri scopi".

Facciamo sommessamente notare che attualmente tutta la procedura autorizzativa per la captazione delle acque del Fiume Pescara dall'impianto di potabilizzazione di San Martino di Chieti esclude proprio il possibile uso idropotabile.


Quindi per un eventuale uso idropotabile non basterà certo l'anno di analisi delle aque da parte dell'ARTA/ASL, che con le attuali condizioni del fiume Pescara non saranno altro che ulteriore spreco di risorse pubbliche, ma servirà ripartire daccapo dalla richiesta di captazione al Genio civile, passando nuovamente per la procedura di V.I.A. Ovviamente bisognerà aver dimostrato di aver risanato Bussi e Piano d'Orta. Vasto programma, avrebbe detto De Gaulle!
 

Nel frattempo l'uso potrà essere solo per scopi industriali. 
 

Possibile che gli enti non abbiano chiarito questo aspetto richiamando gli atti già disponibili?

 

Infatti basta leggere il parere del comitato V.I.A. del 27/09/2012 sulla captazione delle acque per il potabilizzatore che alleghiamo. Abbiamo evidenziato l'estratto che chiarisce come la richiesta di captazione, presentata nel 1996 (!) sia stata modificata nel 2009 (!) escludendo qualsiasi uso idropotabile.

Sicuramente saremmo strafelici di poter brindare al risanamento del fiume Pescara e alla bonifica, non solo di Bussi, ma crediamo che sia irresponsabile da parte degli enti pubblici coinvolti mancare di chiarezza e prospettare quello che resterà irrealizzabile per molti anni visto che a Bussi in otto anni non si è bonificato neanche un granello di terra. 

Non vorremmo, però, che qualcuno stia pensando di ricorrere a qualche escamotage per portare sui tavoli dei cittadini della valpescara l'acqua del fiume Pescara. Non è che vogliono ripetere quanto già accaduto sul fiume Trigno dove con una dichiarazione di emergenza quasi perpetua da parte della regione si è distribuita acqua potabilizzata da un fiume che non rispondeva ai criteri previsti dalla legge?

Ovviamente faremmo le barricate per scongiurare questa ipotesi sconsiderata tenuto conto della pericolosità delle acque e della condizione ambientale del Fiume Pescara sancita in ogni sede da parte dei massimi organi dello stato in materia ambientale e sanitaria.
 

Sull'acqua potabile a Chieti e Pescara abbiamo già dato, il presidente D'Alfonso escluda ufficialmente il ricorso a qualsiasi scorciatoia per usare quell'acqua a scopi potabili!

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