“Il Comune di Pescara, Ente Gestore, ridisegna unilateralmente i confini della Riserva Regionale della Pineta Dannunziana. Quando nel mese di maggio del 2021 venne aperto il cantiere dei lavori di realizzazione del tratto finale del Pendolo in direzione sud, l'impresa ebbe cura di chiudere con un catenaccio il cancelletto di ingresso all'area sgambettamento cani, recintata a destra e a sinistra lungo via Pantini da una rete di perimetrazione dell'area protetta, su cui spiccavano, e spiccano ancora, i cartelli di confine della Riserva. Prim'ancora di definire l'area di cantiere, sovrapponendo la classica rete rossa di delimitazione a quella della Riserva, l'impresa era già entrata di notte con camion, pale meccaniche e soprattutto motoseghe, chiudendosi dentro, per procedere all'abbattimento degli alberi”.
A ripercorrere la vicenda è la lista civica Radici in Comune, che aggiunge: “Prima delle 8 eravamo già sul posto a chiedere chiarimenti, ma il cancello era sbarrato e i cartelli di divieto di ingresso già posizionati. Superate diverse e significative criticità procedurali, che sono state con sollecitudine sanate addirittura con una modifica ad hoc della Regione Abruzzo della propria Legge Forestale, la strada è stata realizzata e completata, e da pochi giorni aperta al traffico veicolare. A fronte del reiterato annuncio del sindaco circa la bontà dell'opera in quanto consentirebbe il riaccorpamento di due comparti, va sottolineato, perché è evidente, che la strada è stata realizzata all'interno del perimetro della Riserva, come testimoniato dal recinto in rete ancora esistente. Il che si traduce in un riaccorpamento sbilanciato dall'apertura di un nuovo asse viario, con una somma praticamente a zero, se non negativa”.
Poi Radici in Comune spiega il perché: "Dagli organi di informazione apprendiamo (secondo le parole dell'ex consigliere Armando Foschi) che "stanno per partire i lavori di realizzazione della "nuova recinzione del comparto 5 (ma dove?), su cui il RUP (di cosa?) sembra abbia autorizzato l'intervento (i fondi sono quelli dell'assicurazione, a seguito dell'incendio). Inoltre a poca distanza dal laghetto, si sta realizzando una struttura didattica, per rendere lo spazio verde sempre più a portata di bambini. La struttura per gli anziani, che è andata distrutta nel rogo, invece, sarà ricostruita a breve". A questo punto ci si chiede, e vorremmo anche interpellare le autorità di riferimento, sulla correttezza delle procedure: come è possibile che quest'area protetta istituita con una Legge Regionale del 2000, dopo 24 anni ancora senza riferimenti scientifici gestionali, venga e continui ad essere trattata come un giardino pubblico e addirittura se ne modifichi unilateralmente il perimetro, cosa che può avvenire solo con una nuova legge regionale, tra l'altro scientificamente motivata?".
E Radici in Comune, “attraverso una comoda prassi che a quanto pare si va consolidando”, sollecitando l'Ufficio Parchi e Riserve a istruire la pratica, suggerisce alla Regione Abruzzo di “promulgare celermente una legge di nuova perimetrazione, riducendo l'area della Riserva, provvedendo intanto cartograficamente alla estrazione del tratto del Pendolo che altrimenti si troverebbe ad essere inclusa nell'area protetta, e quindi curiosamente diventare una nuova strada parco”.