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Al Mediamuseum di Pescara "D'Annunzio incontra Debussy"

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Lunedì 8 febbraio alle ore 17,30 si è tenuto, presso il Mediamuseum di Pescara in piazza Alessandrini, un interessante incontro culturale rientrante nell’ambito dei “Lunedì letterari” della serie “D’Annunzio e gli altri” e promossi dalla Fondazione Edoardo Tiboni per la cultura e dal Centro nazionale Studi dannunziani. Dopo quelli con Mussolini e Flaiano questa volta si è parlato del complesso rapporto tra d’Annunzio e Debussy. Condotto da Dante Marianacci l’incontro ha avuto come relatrice Gabriella Albertini, artista di straordinaria sensibilità, docente di storia dell’arte, diplomata al Conservatorio in pianoforte ed esperta di musica, la quale ha dedicato importanti lavori, sia sotto il profilo creativo, che come studiosa, ai rapporti tra d’Annunzio e Debussy e, più in generale, alle produzioni scenografiche delle rappresentazioni teatrali dannunziane, in parte raccolti nel bel volume “Scene e immagini nelle opere dannunziane”, che contiene anche una illuminante selezione di bozzetti di scene e costumi, in parte esposti nelle sale del Mediamuseum. Dunque una relatrice d’eccezione, definita da Dante Marianacci “studiosa, docente, vagamente eterea nel suo esprimersi agli occhi del mondo, con quella sua esile fisicità, con i suoi modi gentili, la voce dai toni sapientemente bassi, la quasi svagatezza dei gesti e dello sguardo, che con disarmante apparente timidezza esteriore nascondono una straordinaria e vitale forza interiore”.

Dagli argomenti trattati durante la conferenza è emerso che se amore fu, certo non fu amore a prima vista quello tra d’Annunzio e Debussy, due personalità diversissime, accomunate dalla passione per la creazione artistica e da complesse vicende sentimentali, che comunque furono indiscussi protagonisti sulla scena letteraria e musicale europea di fine Ottocento inizio Novecento. I due, infatti, ancora giovanissimi, pur vivendo a Roma negli stessi anni e a poca distanza l’uno dall’altro, tra il 1885 e il 1887, e pur frequentando spesso gli stessi luoghi, forse non si parlarono mai né si cercarono – d’Annunzio tutto intento a frequentare i salotti alla moda e ad affermarsi come giornalista mondano della “Tribuna” e della “Cronaca bizantina”; Debussy, vincitore di una borsa di studio del “Prix de Roma”,  dedito alle sue prime composizioni musicali e a visitare e a commuoversi di fronte alle bellezze della Città eterna, che arrivavano addirittura “a dargli il capogiro”. Eppure fu proprio in quegli anni che il musicista francese compose la Damoiselle élue su testo di Dante Gabriele Rossetti, com’è noto, figlio del vastese  trapiantato a Londra Gabriele Rossetti, e dunque ebbe, sia pure per li rami, un primo approccio con la terra d’Abruzzo. Fu a Parigi, durante il forzato esilio francese di d’Annunzio, che il poeta, che si accingeva a scrivere, dopo una lunga gestazione, Le Martyre de Saint-Sébastien, cercò l’ormai famoso Claude Debussy per la composizione delle musiche per la sua opera. Ne nacque un sodalizio artistico difficile, ma sincero e intenso, che sfociò non solo nell’opera che molti ritengono straordinaria di Debussy e in quella altrettanto affascinante del Vate, ma anche in incontri significativi e in una appassionata corrispondenza tra i due.

Come nei due incontri precedenti, anche questa volta ci sono stati intermezzi musicali, introdotti da un breve video del preludio al San Sebastiano eseguito dall’Orchestra del Festival di Lucerna con la direzione di Claudio Abbado, a cura della flautista Valeria Di Pietro, allieva del Conservatorio Luisa d’Annunzio, diretto da Massimo Magri, che ha eseguito la brevissima composizione di Debussy Siringa e letture di lettere e testi di d’Annunzio e Debussy con gli allievi (Angelica Di Pierdomenico, Luca Ippoliti, Pietro Cerritelli) della Scuola di Teatro del Mediamuseum diretta da Paolo Rosato e Rossella Mattioli.

Il prossimo appuntamento con i “Lunedì letterari” al Mediamuseum ci sarà il 22 febbraio alle 17,30. Tema dell’incontro sarà “D’Annunzio e le donne di cultura fiorentine” con i relatori Filippo Sallusto, Andrea Lombardinilo e Mario Cimini.

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