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"Mondrian e l'Astrattismo olandese" al Museo Vittoria Colonna di Pescara

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Mercoledì 2 marzo 2016 alle ore 18.00, presso il Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” in via A. Gramsci a Pescara, per il ciclo d’incontri dal titolo “Viaggio nell’Arte moderna” e nell’ambito degli appuntamenti della Università della libera Età “Federico Caffè” di Pescara, il prof. Giovanbattista Benedicenti ha trattato il tema “Mondrian e l’Astrattismo olandese” rievocandone le figure protagoniste e le loro opere. Un incontro dedicato soprattutto a Mondrian, ma anche ad altri artisti olandesi che lo hanno fiancheggiato in questa importante avventura artistica e culturale che si è svolta tra l’Olanda, Parigi e New York.

A Piet Mondrian, grande Maestro dell’Arte contemporanea, è legato il movimento e la rivista “De Stijl”, da lui fondata nel 1917 insieme a  Teo van Doesburg, che ha segnato uno snodo culturale e artistico a livello internazionale. Si può dire che il mondo del design, dell’arredamento, ma anche dell’architettura razionalista internazionale, deve a Mondrian più di un suggerimento. Come Wassily Kandinsky e Kasimir Malevic, anche Mondrian passa da uno stile figurativo ad uno astratto, sebbene in modo diverso. I tre artisti ora citati sono i padri dell’Astrattismo contemporaneo, composto dall’astrattismo “lirico” di Kandinsky (fondatore del Blaue Reiter, cioè del Cavaliere Azzurro), dall’astrattismo “geometrico” di Mondrian e, infine, dal Suprematismo di Malevic. Tanti altri artisti minori hanno comunque dato preziosi contributi a quest’arte nuova e alla cultura del Novecento.

Mondrian esordisce in uno stile realistico e post-impressionista, dipingendo ad esempio le campagne olandesi con i mulini a vento, su cui tornerà spesso durante il periodo giovanile, in linea con la tradizione realistica olandese tardo ottocentesca; sarà ben presto affascinato dalla personalità di Vincent Van Gogh, l’influenza del quale traspare evidente nell’opera “Albero rosso”. Mondrian vive intanto un’esperienza di carattere teosofico, con delle venature esoteriche, allorché contatta la “Società teosofica” fondata a New York da Madame Blavatsky, che in Europa si espande specialmente negli ambienti colti, intellettuali e artistici di fine Ottocento inizi Novecento. Egli resta peraltro influenzato dagli scritti di Rudolf Steiner, noto architetto, filosofo e teosofo austriaco, il quale successivamente passerà all’antroposofia, disciplina di tipo spirituale più incentrata sull’uomo. Il teosofismo, di matrice orientale, mette al centro il sincretismo tra le religioni, la fusione cioè della religione occidentale con quelle orientali, in particolar modo con l’induismo e il buddismo. Mondrian si aggiorna sulle tendenze pittoriche parigine, in primis sul “Fauvisme”, in particolare sul divisionismo di Seurat. Nel famoso quadro “Evoluzione” si rinviene, a ben vedere, quasi il manifesto della sua concezione teosofica: gusto primitivistico che guarda alle civiltà antiche orientali, ma anche a quelle scomparse come l’ egizia, concezione di carattere cosmico-siderale, contemplazione dell’assoluto divino, quasi ineffabile, in una sospensione temporale.

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