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Il sindaco ordina la demolizione della barca in legno sulla riviera. Fiorilli: "Siamo senza parole"

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“Pescara è vittima dell’ennesima ‘alessandrinata’: il sindaco vuole infatti demolire la barca lasciata alla città dallo storico balneatore Eriberto Mastromattei, scomparso nell’ottobre del 2008, la ‘Capitan Uncino’, ormai uno dei simboli della riviera del capoluogo adriatico. È quanto ha previsto con un’ordinanza, firmata come al solito alla chetichella, la numero 76 del 2 maggio, mai ufficializzata, con la quale ha imposto, entro massimo 5 giorni, la rimozione dell’imbarcazione ormeggiata dinanzi allo stabilimento balneare ‘Jumbo’, la struttura appartenuta storicamente al grande imprenditore. Ciò significa che al massimo entro tre giorni rischiamo di veder sparire quel manufatto che ci ricordava la presenza stessa di Eriberto, un’offesa alla città, alla famiglia, contro la quale l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiama a raccolta non solo tutti i balneatori di Pescara, ma anche le Associazioni di categoria, a partire dalla Confcommercio, di cui Eriberto ha sempre fatto parte, che non possono restare scandalosamente in silenzio anche di fronte all’ennesimo scempio che grida vendetta”.

Lo ha denunciato l’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, venuto a conoscenza del provvedimento.

“Veramente non ci sono più argini alla forza demolitrice e distruttiva di un sindaco che, dopo essere rimasto inerte per 23 mesi mentre il nostro mare diventava una cloaca, e dopo aver abbattuto i pini di via Regina Margherita, nonostante la ribellione della città, ora si appresta a cancellare anche l’ennesimo simbolo di Pescara, soprattutto denigrando la memoria di un uomo straordinario che ha scritto pagine intere dello sviluppo e della storia del capoluogo adriatico – ha sottolineato l’avvocato Fiorilli -. Sulla scorta di quanto riportato nell’ordinanza, gli uffici tecnici del Comune avrebbero effettuato un sopralluogo sul litorale nord il 22 aprile scorso e avrebbero verificato uno stato di conservazione precario dell’imbarcazione che Mastromattei, pochi anni prima di morire, aveva voluto con forza e tenacia installare dinanzi a quello che all’epoca era ancora il suo stabilimento balneare, Jumbo, punto di riferimento e di ritrovo per mezza città. E la ‘Capitan Uncino’ ha da sempre rappresentato un’installazione senza dubbio caratteristica tanto da diventare una vera attrazione, un luogo per la classica foto ricordo per i turisti.

Ebbene, secondo il sindaco Alessandrini, tuttavia, le condizioni della barca sarebbero tanto gravi da richiedere addirittura l’emissione di un’ordinanza, forse per compensare quella che non ha mai emesso il 28 luglio 2015 mentre nel nostro mare si riversavano 30milioni di litri di liquami per la fogna rotta, imponendo entro 5 giorni la ‘messa in sicurezza del manufatto anche mediante demolizione e rimozione dal sito, con il ripristino decoroso dell’aiuola e dei luoghi circostanti’, provvedimento peraltro notificato agli eredi della signora Elisabetta Mastromattei, sorella di Eriberto e ultima proprietaria della ‘Capitan Uncino’. Un’ordinanza che ci ha lasciato senza parole, che testimonia per l’ennesima volta lo scollamento del sindaco Alessandrini dalla città di Pescara: mai un altro sindaco avrebbe osato tentare di cancellare una barca che non è un relitto abbandonato su un marciapiede. Forse Alessandrini ignora che la Capitan Uncino era la barca del cognato di Eriberto e, alla sua morte, Eriberto stesso l’ha voluta portare dinanzi al suo stabilimento per ‘tenere sempre stretto a sé il suo miglior amico’.

Forse Alessandrini ignora il legame indissolubile che ha sempre legato, e ancora oggi lega, Pescara con quel suo figlio che ne è stato uno degli emblemi più belli. Forse Alessandrini ignora che addirittura mezza Pescara chiese, anni fa, di intitolare a Eriberto, scomparso nel 2008, il ponte del mare, questo a testimoniare l’affetto che ancora oggi i pescaresi provano per l’inventore della Befana del mare, l’imprenditore lungimirante che ha sempre avuto lo sguardo proiettato in avanti, il precursore dell’isola dinanzi a piazza Primo Maggio, progetto mal copiato dal Presidente D’Alfonso, che pure si è sempre professato suo amico ed estimatore. Un sindaco che fosse stato minimamente consapevole di quanti e quali ricordi ed emozioni sono ancora oggi suscitate dalla ‘Capitan Uncino’ e dal nome di Eriberto, oggi saprebbe che quella barca è intoccabile, è quasi sacra per Pescara e il suo litorale, e soprattutto non avrebbe firmato quella sterile ordinanza ma, a fronte di lavori di manutenzione e restauro da fare, avrebbe chiamato i proprietari per concordare le opere e, dinanzi dell’eventuale necessità di fondi, avrebbe chiamato a raccolta le Associazioni di categoria e i professionisti della città che sicuramente avrebbero fatto a gara per sistemare la barca e lasciarla al suo posto, dove Eriberto ha sempre voluto.

E ciò che ci meraviglia – ha ancora osservato Fiorilli - è che quelle Associazioni di categoria alle quali Eriberto ha dato tanto, che addirittura alla sua morte lo hanno definito ‘il faro dei balneatori’, come l’ex Presidente di Confcommercio Ardizzi, oggi non dicano una parola. Mi meraviglia negativamente il silenzio del presidente del Sib-Confcommercio Riccardo Padovano, che è anche consigliere comunale di maggioranza, uno di coloro che siede accanto al sindaco Alessandrini. Ovviamente l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede l’immediata revoca di quell’ordinanza di demolizione della ‘Capitan Uncino’, per aprire una concertazione con i proprietari al fine di restituire la sua originaria bellezza la barca, chiamando a raccolta la migliore imprenditoria di Pescara. Perché questo Eriberto se lo merita”.

 

 

 

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