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Progetto Fai Scuola: Studio di Borgo Marino a Pescara

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26 aprile, nell’aula magna dell’Istituto Alberghiero, si tirano le somme del progetto FAI Scuola che l’associazione ha, insieme ai docenti e agli studenti della scuola, portato a conclusione.

Il progetto è stato ha avuto come soggetto la conoscenza del territorio e nello specifico di una tra le pari più antiche della città di Pescara Borgo Marino.

A presentare l’evento la Dirigente Alessandra Di Pietro, la responsabile FAI Pescara Rosara Morra, Il prof. Flavio Fosco con la prof. Cristiana De Martinis, il Presidente Giacomo Fanesi dell’associazione Borgo Marino e la signora Rachele Palestini e gli studenti delle classi quarta indirizzo Enogastronomia sezioni I e H, e la classe terza indirizzo Accoglienza sezione A

La Preside Di Pietro ha aperto i lavori presentando il progetto e le persone, presenti, che insieme agli studenti lo hanno portato a compimento.

“Capire il senso, la storia e le radici della nostra terra –ha detto Alessandra Di Pietro- è fondamentale per conoscere il territorio. Significa capire il senso e la storia soprattutto oggi che i quartieri tendono a sfaldarsi”

Dopo i saluti di Rosaria Morra ha ribadito l’importanza della collaborazione FAI Scuola proprio per la conoscenza del territorio e delle tradizioni storiche che hanno poi formato le persone e la città.

“Questo progetto – ha detto Rosaria Morra- con la Preside lo abbiamo pensato per conoscere le tradizioni e il ruolo della città con Borgo Marino per riscoprirne il tessuto sociale anche con le tradizioni e le nostre radici abbinato anche all’enogastronomia con la conoscenza e la valorizzazione del paesaggio”.

Il prof. Flavio Fosco ha parlato di come è stato portata avanti l’idea fino al compimento del progetto stesso insieme alla collega Cristiana De Martinis.

Abbiamo realizzato questo progetto studiando il borgo di origine romana che con il tempo si è trasformato ma che è ancora significativo per la città”

Giacomo Fanesi, Presidente Associazione Borgo Marino, ha parlato dell’origine e della storia di questa parte della città.

“Io ho sempre insegnato al nautico –ha detto Fanesi- e sono figlio di un pescatore e mi è sempre piaciuto portare avanti le tradizioni dei pescatori. Ogni anno facciamo un calendario che riproduce le immagini del Borgo e le ricette tipiche marinare. Raccontare la storia di Borgo Marino è raccontare la storia degli abitanti ricordando che presso il Municipio di Castellamare il primo marinaio ad essere registrato si chiamava La Galla. A Pescara si fermavano le Paranze che discendevano dall’alto Adriatico in quanto il porto canale di era idoneo all’attracco delle Paranze. I cognomi che ancora oggi esistono derivano tutti da soprannomi o dalle origini territoriali dei marinai che attraccavano nella zona. Quindi i Palestini, famiglia che veniva da Palestrina vicino Venezia, Fanese da Fano, Mazza da Silvi gli Spina da San Benedetto. La zona di mare davanti a Pescara era molto pescosa e favoriva le Paranze, la conformazione dell’Adriatico va da una profondità bassa di Venezia via via sempre più alta fino alla Puglia dove a Santa Maria di leuca raggiunge i 1000 metri. La zona di Pescara era idonea, quindi, a catturare il pesce. Quando si spostava una barca si spostava tutto il personale necessario per il suo governo tra cui il Catafalco che era la persona che aggiustava la barca la Paranza e soprattutto la rendeva galleggiante.

In questo modo si sono formate le famiglie a nord e a sud del fiume dando origine a soprannomi. Quelli che abitavano la riva nord del fiume si chiamavano Sovventani (cioè sottovento del maestrale) e quelli che abitavano a sud Paladini per la presenza della palude.

Tutta la zona del Parco de Riseis era riservato al re dove esistenza il palazzo De Rubeis, purtroppo abbattuto, ma resta ancora oggi una casetta rossa che era quella dove il principino passava l’estate.

La Paranza è un peschereccio di circa 10 12 metri dove lavoravano molti pescatori tra cui il Parò da paranza, sotto parò e il capopesca e il marinaio e infine il Murè ragazzino di 10 12 anni che andava a lavorare per portare un po’ di danaro in famiglia. Il Murè si alzava prima di tutti, faceva il giro e svegliava gli altri, egli doveva tenere pulire ed in ordine la barca senza poter mangiare con l’equipaggio

Il Murè passava a giovanotto quando era diventato forte e poteva lavare la rete da solo

La paga era la spettanza in funzione del grado e i marinai mangiavano a bordo il brodetto fatto con i pesci di scarsa qualità.

Il brodetto varia da luogo a luogo da persona a persona. Sulla paranza, che non c’era possibilità di conservare il pesce si usava poco olio, aceto, il peperone secco detto Lu Ferfellone ed il concentrato di pomodoro.

I pesci devono essere piccoli, non di prima qualità, e l’aceto induriva le carni dei pesci più teneri.

I pescatori bevevano l’acqua de fiume Pescara, riempivano brocchette d’acqua che mettevano a rinfrescare aggiungendo un po’ di aceto bianco.

Piano piano l’ambiente di Borgo Marino è cambiato, le amministrazioni non riconoscevano villa de Riseis, che allora confinava con la spiaggia, e si cominciarono a creare le prime case via Gobetti via Puccini. Le case era formate da una camera la cucina con il bagno.

Le prime case dei pescatori furono costruite a Borgo Marino Sud da Mussolini che aveva visto la situazione critica del luogo.

Oggi è rimasto poco di quell’insediamento e nulla è più stato salvaguardato.

La zona via Lazio è ancora sotto lo studio delle amministrazioni ma con un esito molto dubbioso”.

Grande simpatia ha suscitato la presenza della Signora Rachele Palestini che ancora oggi rappresenta le donne che hanno vissuto lavorando e curando le loro famiglie durante periodi difficili fatti di privazioni e scelte difficili. Rachele parla della vita quotidiana della famiglia, che per lei conta 13 figli 30 nipoti e 20 pronipoti, ma parla ai ragazzi presenti, soprattutto del valore dell’educazione che devono avere verso i loro docenti.

“Ragazzi –dice- l’educazione apre tutte le porte”.

“Quando rientravano i pescherecci – ha detto Rachele- i pescatori lasciavano la scafetta che serviva da sostentamento per le famiglie. Figlia di pescatore non ho avuto un’infanzia facile una vita di sacrifici di amore e di onore. Sposata a 18 anni lavavo i panni al porto, la sera alle 8 vendevo il pesce e così avevamo i soldi per comprare un quinto di olio per cucinare. Si cucinava sempre la pasta con il pesce che erano le uniche cose che potevamo permetterci. Per aiutare la famiglia, inoltre, andavo a lavorare ai Tabacchi che si trovavano a Porta Nuova”.

Rachele sollecitata dall’entusiasmo dei ragazzi ha ancora raccontato anche delle sue esperienze televisive avendo partecipato a programmi come la Corrida o sereno Variabile, ha ancora raccontato delle sue esperienze culinarie ed in particolare della preparazione del brodetto facile da fare ma che deve seguire regole semplici ma ferree.  

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