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La cultura della Tavola

Conviviale congiunta delle Delegazioni pescaresi dell’Accademia Italiana della cucina

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Il 12 marzo, presso il ristorante Franco, porto turistico di Pescara, le Delegazioni Pescaresi dell’Accademia Italiana della Cucina, si sono riunite in una conviviale su La Cultura della tavola con il tema prescelto La cucina pescarese nel tempo.

È proprio la cultura della tavola e quindi del cibo, intesa come lo studio e la ricerca delle tradizioni storico culturali dei luoghi italiani, dove le tradizioni e la qualità dei prodotti rendono la conoscenza delle pietanze una vera cultura di base popolare, che unisce quanti si interessano alla conoscenza e conservazione delle tradizioni popolari.

Fu proprio da questa intuizione e consapevolezza del fenomeno che nel 1953 il giornalista Orio Vergani fondò, insieme ad altri cultori della cosa, l’Accademia Italiana della Cucina. Anche con la scelta del nome Accademia Italiana della Cucina e non della cucina italiana, si volle sottolineare l’importanza di tutelare le tradizioni della cucina italiana per promuovere e favorire la conoscenza in Italia e i tutto il Mondo della cultura, del costume e della scienza culinaria italiana. 

Tanti gli anni trascorsi da allora e tante le cose fatte e i risultati ottenuti come il riconoscimento nel 2003 di Istituzione Culturale della Repubblica Italiana che ha ha annoverato l’Accademia tra le maggiori realtà culturali italiane.

La conviviale congiunta delle due delegazioni di Pescara ha voluto sottolineare proprio questa capacità di promuovere attraverso la cultura del cibo, le tradizioni e il costume del luogo in cui si vive e si opera.

Proprio per favorire la ricerca storica e la divulgazione e valorizzazione della cucina locale, ha preso parte alla conviviale, come relatore, lo storico Licio Di Biase che tra i suoi tanti scritti storici ha pubblicato un libro dedicato a questa importante arte. 

La cucina Pescarese nel Tempo, questo il titolo del suo libro che vuole, attraverso la descrizione di cinque luoghi della città di Pescara, percorrere la storia della stessa e la cultura e le tradizioni dei suoi cittadini nel tempo.

Attraverso la cucina, è noto, si favoriscono le iniziative che hanno lo scopo di divulgare la ricerca storica e la valorizzazione dei luoghi. Anche nella città di Pescara, proprio attraverso la conoscenza dei luoghi, cinque indicati da Licio Di Biase, che hanno contribuito a costituirla così come oggi la conosciamo, la cucina tradizionale ha raccontato chi erano i primari abitanti della città, le loro radici e come oggi si salvaguardano e si tramandano i cibi e le ricette tradizionali.

Ha aperto la conviviale congiunta il Dott. Giuseppe Di Giovacchino, della delegazione Pescara Aternum, che dopo aver salutato i presenti e presentato Licio Di Biase, autore del libro, ha detto: 

“Quest’anno le Delegazioni di Pescara e Pescara Aternum dell’Accademia Italiana della Cucina hanno deciso di celebrare insieme la Conviviale del mese di marzo, una delle più importanti per la nostra Istituzione perché dedicata alla Cultura della Tavola.

Per le Delegazioni di Pescara e di Pescara Aternum questo incontro accademico assume un significato ancora più rilevante perché le due Delegazioni, per la prima volta dopo 27 anni, hanno deciso di celebrarlo insieme. Una decisione accolta con entusiasmo dai nostri Accademici e che cancella anni di immotivata distanza. Questo incontro vuole rappresentare, quindi, l’inizio virtuoso di una nuova storia per le nostre Delegazioni. 

Sarà un momento contrassegnato da un forte carattere simbolico, amicizia e grande comunanza”.

Dopo Giuseppe Di Giovacchino, ha portato I saluti ai presenti il Dott. Giuseppe Fioritoni, Delegato di Pescara che ha apprezzato e valorizzato l’incontro congiunto e la scelta di ascoltare Licio Di Biase autore del libro che è stato titolo del tema della conviviale.

Il dott. Fioritoni, dopo i saluti e l'apprezzamento per la loro presenza numerosa, rivolto ai tanti accademici ed ospiti presenti ha detto:

"Come scrive il nostro Presidente Onorario Giovanni Ballarini: da sempre la cucina è lo specchio della società e dei suoi cambiamenti ma oggi più che mai la cucina subisce e partecipa a un Cambiamento di Era.  Le ragioni del cambiamento sono molteplici, a partire dalla globalizzazione con il fenomeno delle contaminazioni etniche che, peraltro, nel nostro paese esistono da sempre con le varie dominazioni subite e che oggi sono estremamente attuali con l’Italia al centro delle rotte dei migranti del mediterraneo. 

Inoltre assumono un’importanza sempre maggiore i ristoranti dove i cuochi, partendo da preparazioni tradizionali, eseguono modifiche delle ricette originali con nuove interpretazioni della tradizione, a volte con veri virtuosismi gastronomici. Si aggiungono ancora le innovazioni tecnologiche di conservazione e trasformazione, le nuove tecniche di cottura, le nuove modalità di alimentarsi, il cambiamento del gusto e delle esigenze di una clientela sempre più̀ ampia e diversificata. 

Infine le nuove generazioni trovano risposte sempre meno convincenti nella maggior parte dei piatti, delle ricette e stili alimentari tradizionali e cercano nuove esperienze alimentari in un mondo industriale ricco di offerte e di novità̀ attrattive ma spesso poco salutari.  Un pluralismo gastronomico/alimentare che può essere vissuto come una minaccia per la nostra identità̀ gastronomica, oppure come una occasione per la costruzione di una nuova cucina nazionale italiana. 

Tornando al tema di oggi la cucina e la gastronomia raccontano da sempre la storia e le abitudini di un territorio. In questo Cambiamento di Era la conoscenza delle nostre radici gastronomiche non deve mancare nel bagaglio culturale di un Accademico”. 

Presenti alla conviviale il Vice Presidente Vicario Nazionale Mimmo D’Alessio, Nicola D’Auria Coordinatore Regionale regione Abruzzo e delegato di Chieti, Monsignore Michele Fiorentini, Legato AIC Stato Città del Vaticano, il Dr. Gaetano Losa Vicario di S.E. il Prefetto di Pescara, l’Avv. Carlo Masci Sindaco di Pescara

Simposiarchi della conviviale Antonio Ruscitti e Adele Baiocchi, accademici delle due delegazioni, che hanno illustrato il menu proposto tradizionale della marineria pescarese.

Il menu della conviviale pescarese ha avuto inizio con un antipasto con seppie grigliate e peperoni arrostiti, un primo di spaghetti con scampi e ferfellone (peperone crusco), un secondo con brodetto di pece alla pescarese, e per finire un classico parrozzo con Aurum.

Il menu proposto è stato un’espressione della tradizione locale ed è stato elaborato dalla Brigata di cucina guidata dallo Chef Pierluigi Fusilli. In sala a coordinare il servizio il direttore Gabriele Vascellini.

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