Fra le tante battaglie condotte da Italia Nostra per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico della città, quella contro la recente sentenza del TAR Abruzzo sulla Variante al PRG è forse la più importante. Ciò che risulta in pericolo non è un singolo manufatto degno di attenzione, ma l’intero patrimonio testimoniale, quello che per caratteristiche proprie non assurge alla condizione di “monumento”, quello, cioè, che non può avere il riconoscimento di un valore eccezionale tale da meritare il “vincolo” di salvaguardia di cui al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Un pronunciamento che rischia di riportarci indietro di tanti anni, ben oltre la carta di Gubbio (1960) quando venne sancita l’inopportunità della demolizione degli edifici “a carattere ambientale, anche modesto” ed affermati i principi del risanamento conservativo. La sentenza ci rimanda a periodi bui, che tanti ed irreparabili danni hanno causato al patrimonio storico-architettonico della nazione, quando si affermava la dicotomia fra edifici monumentali, da vincolare, e tessuto storico testimoniale disponibile ad ogni trasformazione. Sono in gioco la conservazione della stratificazione storica della città, i caratteri propri che attengono alla specificità del tessuto urbano: aspetti che sono parte integrante dell’identità della comunità insediata e fattore non secondario della coesione sociale.
Ricordiamolo: ciò che la precedente Amministrazione comunale di Pescara ha fatto, sotto la spinta dell’indignazione per un’ulteriore offesa al patrimonio storico-architettonico della città (l’abbattimento della Centrale del latte, di Florestano Di Fausto, 1936), è stata una verifica della zonizzazione del PRG al fine di individuare l’eventuale assenza di edifici degni di conservazione dalla zonizzazione del Piano vigente; cioè se la categoria di beni ricompresa nella cosiddetta zona A di conservazione fosse completa e apparisse quindi necessaria l’integrazione di tali ambiti. Un’operazione di pianificazione urbana, nella piena titolarità del Comune, e come richiesto, d’altra parte, dalla legislazione urbanistica vigente in materia, a livello nazionale (L. 1150/42 Art. 7 – Contenuti del Piano, punto “5) i vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico”) e regionale (Art. 9, LUR 18/83). A Pescara l’edilizia storica è spesso frammentata per le sconsiderate trasformazioni edilizie che ne hanno cancellato la continuità e l’omogeneità, e si presenta con costruzioni anche isolate, singolarmente collocate; ciò non impedisce che siano ricomprese in una unitaria categoria di beni e regolate nelle trasformazioni d’uso con il divieto di demolizione e con una possibilità di modifiche interne ed esterne appositamente definite e graduate. Si tratta quindi non di vincoli ad hoc su singoli edifici, ma di una legittima operazione di pianificazione condotta, peraltro, attraverso un elevato livello di ricognizione tecnica e scientifica, dato che, nella sua elaborazione, sono stati coinvolti il Dipartimento di Architettura, nelle sue più specifiche competenze, e la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo.
Occorre che i cittadini si attivino per difendere i beni della casa comune, la città, la cui conservazione costituisce un importante obiettivo sociale, superando definitivamente il falso imperativo di “ciascuno è padrone a casa sua”.
Italia Nostra invita l’Amministrazione Comunale ad assumere ogni iniziativa necessaria per difendere le proprie prerogative in materia di pianificazione urbana e sollecita le Associazioni ambientali e culturali della città perché si dia vita ad un ampio movimento capace di fermare la deriva oscurantista che la sentenza del TAR sottende.
L’Associazione, infine, condivide le posizioni assunte dall’INU (nell’intervento dell’arch. Massimo Palladini) e aderisce all’invito ad organizzare una iniziativa pubblica nel merito, fissando un incontro con tutte le Associazioni ed i cittadini, che vorranno mobilitarsi a difesa del loro patrimonio culturale, per mercoledì 11 febbraio p.v., alle ore 19 , presso la sede della sezione Italia Nostra di Pescara, in via Milite Ignoto, 22. All’incontro sono invitati tutti i consiglieri comunali ed i rappresentanti della stampa.