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Incontro del Rotary Club al Palazzo della Provincia di Pescara sul tema "Perché è importante leggere"

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Venerdì 16 ottobre alle 18, presso la Sala dei Marmi del Palazzo della Provincia di Pescara, si è tenuto un interessante incontro sul tema “Perché è importante leggere”. Alla conferenza hanno partecipato Antonio Di Marco, presidente della provincia di Pescara, che ha dato il saluto istituzionale all’evento, il dott. Alessandro Felizzi, presidente del Rotary Club Pescara Nord, il prof. Bruno Nacci, scrittore e saggista, e l’avv. Giovanni D’Alessandro, relatori d’eccezione dell’incontro, mentre l’avv. Carmine Ciofani, presidente dell’associazione “numero zero”, per l’occasione ha fatto da moderatore.

L’importanza della lettura, dell’approfondimento culturale è stato oggetto dell’incontro, che non a caso ha visto un folto numero di studenti e insegnanti presenziare al dibattito, ma anche di tanti uomini e donne di cultura, sensibili a questa tematica, mirabilmente affrontata e sviscerata dai relatori, che di sicuro hanno sollecitato e suscitato nuovi stimoli in ciascuno dei presenti. Nuovi spunti per una “rieducazione sociale” e “incontri tesi a stimolare la riflessione e l’educazione alla lettura soprattutto nei giovani"– così dice Alessandro Felizzi del Rotary Club, che ha promosso questa iniziativa, il quale accenna anche alla questione del rapporto tra la digitalizzazione e lo scritto, evidenziando come quest’ultimo, cioè il rapporto diretto con il libro, sia maggiormente di stimolo all’intelletto. “Ciò che i giovani leggono adesso, resta scritto nelle arterie della loro formazione” – così dice l’avvocato Carmine Ciofani, introducendo l’argomento, che rivolgendosi ai tanti giovani presenti ha esortato loro dicendo: “Abbiate la forza di questa frequentazione, dei libri e della lettura, perché diventeranno i vostri fratelli nella formazione personale”. Non a caso in tutte le esperienze politiche dispotiche della storia dell’umanità abbiamo visto bruciare nelle piazze tonnellate di libri per impedire alle masse di pensare e di acculturarsi. Una ragione in più per leggere!

“Noi ci troviamo a vivere in modo traumatico la terza rivoluzione del sapere umano, dopo la scrittura e la stampa, che è l’informatica” – dice Giovanni D’Alessandro, che aggiunge - “uno degli aspetti più patologici di questa rivoluzione sono i “social”, come Facebook o Twitter, che non rappresentano altro che “agoràmediatiche, con tanto d’identità e di incontri virtuali. Oggi c’è una eclissi della lettura, con i suoi portati più preziosi che sono la riflessione, l’assimilazione, la sedimentazione del sapere, oggi messa al bando, emarginata, perché non c’è tempo, bombardati come siamo da una pluralità di stimoli, per cui la sedimentazione non ha più tempo per prodursi. Lo scritto viene sostituito da uno spazio schizzato, babelico, che è tipico del “social”, con un immenso omaggio alla grafomania compulsiva, che esprime un grande malessere psichico collettivo. Ma in quale direzione di follia sta andando questa società? Chi assimila ciò che si legge? Si sta eclissando la dimensione della lettura in senso tradizionale, accanto a quella della meditazione. Bacchilide nel V sec. a.C. diceva:” Io nel leggere non sono saggio solo di saggezza mia, ma sono anche saggio di saggezza altrui”. Questa è vera “agorà”! Condivisione autentica del pensiero, tramandato, riflettuto, ripensato attraverso la vera lettura”.

“Il passaggio dalla parola scritta al codice informatico” – dice Bruno Nacci – è epocale e rischia di travolgere anche il concetto di lettura. Una evoluzione del modo di trasmissione della parola di cui non si conoscono gli sbocchi futuri”.

“Di sicuro leggere” – sostiene Giovanni D’Alessandro – “crea la percezione di una realtà parallela, che vuole fuoriuscire, che normalmente non percepiamo, ma che appartiene ad altri, a presenze invisibili, ai morti e che determina una esultanza, una gioia. Questo è il mistero evocativo della lettura!”. Di sicuro, direbbe Marcel Proust, “leggere è incontrare gli altri nella solitudine”. Questo è il miracolo prodotto dalla lettura!

Perché “la nuova forma di ignoranza” – continua Giovanni D’Alessandro – “si chiama informazione, la non sedimentazione degli stimoli, sintomo del nostro malessere sociale, difficilmente curabile. E’ il nuovo che avanza o si tratta di vera e propria regressione? Difficile rispondere. Di sicuro la eccessiva grafomania oggi praticata e la lettura ad essa asservita determina un nascondimento del pensiero per offrire una patologica identità alternativa, che soprattutto i “social” invocano e chiedono. Ciò non somiglia molto ad una forma di dissociazione schizoide della personalità? Come romanziere – conclude D’Alessandro – desidero molto l’innamoramento del lettore in senso romantico”.

Mentre insegnare a leggere è il compito dei maestri per formare le coscienze di molti, specie dei giovani di oggi, desiderosi di avere una bussola e degli strumenti adeguati per formarsi ed essere gli uomini del domani.

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