La FAO stima che almeno 2,5 miliardi di persone si nutrano con cibi pronti o preparati in luoghi pubblici e specialmente nelle strade.
Questa modalità di somministrazione del cibo è detta street food anche se l’inglesismo usato è fuorviante: tale abitudine infatti non nasce nella cultura anglofona. Il pasto fuori casa è testimoniato sin dagli scavi di Pompei, per non parlare dell’Antica Roma e dei popoli del Medio Oriente.
Da sempre la ristorazione rispecchia la cultura e la tradizione dei luoghi. Per secoli in Europa si è mangiato con le mani, fino a quando nel 1558 questa usanza è stata ritenuta plebea e volgare con l’introduzione del Galateo di Monsignor Giovanni della Casa.
Sono numerose le rappresentazioni artistiche che ripropongono scene popolari di cucina da strada. In questo periodo dell’anno come non pensare alla tradizione presepiale nazionale ed ai tanti figuranti che commerciano carne, pesce e pani bollenti.
Indimenticabile poi è la cinematografia della dolce vita, che ritrae noti attori italiani gustare per le strade di Roma, Napoli, Venezia e Milano, ogni genere di golosità , salata e dolce.
Negli anni il cibo da strada è stato trasfigurato dal mito cinematografico statunitense, evocando uno stile di vita che ha perso la sua genuinità per divenire nell’immaginario un’alimentazione non salubre e rapida.
Oggi infatti il concetto di street food è subito abbinato ai chioschi di hot dog e patatine fritte o di coni gelato dal sapore industriale, ampiamente riproposti dalle pellicole di Hollywood. Ma questa è solo una faccia della realtà .
Negli ultimi anni in Italia si sta assistendo ad un recupero della tradizione, testimoniata anche dalla diffusione degli Street Food Gourmand: specialità gastronomiche preparate da cuochi professionisti, che rievocano le tradizioni popolari più nobili della cucina nazionale. Pane e panelle, lampredotto, piadina romagnola, pitta calabrese, baccalà fritto, brodo di polpo, frati livornesi e tanto altro. Il mezzo di trasporto sul quale vengono cucinati questi piatti è l’altro polo d’attrazione: chioschi e motorini Ape dai colori e stili vintage che richiamano alla mente anni spensierati.
Ed in Abruzzo? I piatti della tradizione propriamente da strada sono gli arrosticini ed il brodetto di pesce. Data però la varietà dei sapori regionali e la qualità degli alimenti che vanno oltre i due piatti di carne e pesce sopraccitati, anche a Pescara è nato un esempio di Street Food Gourmand: Chef Domenico.
Un chiosco bianco e nero, dalle linee pulite, che ripropone i profumi della terra abruzzese abbinati ad una croccante e fragrante focaccia bianca. Fedele alla cultura rurale offre abbinamenti genuini di verdure sott’olio, di formaggi dal sapore deciso, di tartufi profumati, di piatti aromatizzati con lo zafferano ed il peperoncino dolce, accarezzati dall’olio regionale. Un’esperienza gustosa dell’Abruzzo della tradizione, in cui tutto è a km zero, tracciato e cucinato da uno chef.