L'anno si è appena concluso, sono appena finiti i preparativi per l'ultima festività importante del periodo natalizio, ma presto dal dolce torpore dei sopiti sensi, dovuto sicuramente all'eccesso di carboidrati, correrà l'obbligo di risvegliarsi, per analizzare in modo razionale i dati circa l'andamento dell'economia nella nostra regione.
L'obiettivo che mi sono posta è compiere questa indagine per tappe, ovvero per settori dell'economia, facendo emergere, qual è, e se c'è, l'apporto della componente femminile, con quale ruolo e quali prospettive.
Di buon ora mi reco presso il laboratorio di Italo Lupo, artigiano/artista orafo di fama internazionale, famoso per le sue creazioni, i suoi gioielli unici, personalizzati, frutto di un'attenta ricerca nei materiali, autore anche di prestigiose collezioni nate dalla rivisitazione di gioielli tradizionali, ma soprattutto anche uomo di cultura e di relazioni, esponente di spicco dell'imprenditoria locale, e Presidente, dal 2009, con conferma del mandato nel 2013, della CNA ABRUZZO, (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa).
Dopo un primo scambio di opinioni, ed auguri l'attenzione si sposta al commento sui dati relativi all'andamento dell'economia nella nostra regione, relativi al 2015.
Da premettere che i dati a disposizione spesso sono contrastanti perché diversi possono essere i criteri di ricerca e di indagine e quindi i parametri assunti per condurre l'analisi, senza entrare nel merito, si assumono come base di partenza i dati ISTAT dei primi 9 mesi dell'anno relativi all'economia abruzzese pubblicati dall'ANSA, dai quali emerge rispetto allo stesso periodo del 2014, un calo degli occupati per circa 4.000 unità , un tasso di occupazione della popolazione attiva tra 15 e 64 anni diminuito del 6,9%, rispetto all'analogo periodo di 7 anni fa, quindi dall'inizio della crisi, un decremento del PIL del 2,5%, rispetto al 2014, un export in flessione rispetto al dato nazionale, pari al 3,8% mentre quello nazionale e' del 4,2%.
A questo punto Italo Lupo senza parafrasare commenta:
" L'Abruzzo è un’ isola di depressione e a farne le spese è soprattutto la Micro Impresa"
Nel 2015 si è acuito il dualismo esistente nel nostro tessuto industriale, le grandi industrie e le PMI, restano competitive in termini di prodotto ed innovazione e per talune di loro sono ripresi gli investimenti, come ad esempio il caso della Sevel e della Amadori, recuperando fatturati e produzione, mentre le maggiori difficoltà si riscontrano nel mondo delle piccole e micro aziende, specialmente quelle artigiane, il tasso di crescita è negativo, il numero degli occupati diminuisce, aggiunge Lupo:
Si calcola che dall'inizio della crisi ad oggi circa 3.000 ditte hanno chiuso l'attività , se consideriamo un numero medio di occupati di 2 persone per ognuna di esse è come se avesse chiuso i battenti una realtà come la Sevel, ma non ha avuto lo stesso impatto, va considerato che 80% del tessuto della nostra economia è costituito da micro-imprese, le loro difficoltà sono le nostre difficoltà , e tutto questo avviene ' per diverse cause quali:
- Una domanda interna che fatica a risalire (considerando che il 75% di ciò che produciamo è assorbito dal mercato locale);
- Una Politica Creditizia Penalizzante, specie per le micro-imprese;
- Una scarsa propensione ad innovare il proprio prodotto, per aggredire nuovi mercati, in sostituzione di quelli oramai saturi;
- Scarso sostegno offerto dalla Regione, in quanto la quasi totalità delle risorse finanziarie, finisce nel calderone del sistema sanitario, lasciando le briciole alle attività produttive.
Alla Regione, ovviamente si riconosce un ruolo positivo, nella recente stesura del Masterplan per il Sud, con 400 mln di euro a disposizione, dal quale ci si attende un deciso cambio di Passo.
I settori più penalizzati sono, oltre che quello dell'artigianato i servizi, e l'agricoltura.
A questo punto la conversazione si sposta sulla necessità di dematerializzare, di fare rete, di trovare nuove forze nei giovani e nelle donne e si passa all’analisi dei dati dell'imprenditoria femminile. Secondo i dati del CRESA riferiti, a settembre del 2015, il 25,8% delle imprese abruzzesi è a trazione femminile, e delle imprese under 35, il 30,4% sono femminili, dati che pongono l'Abruzzo al secondo posto per presenza femminile nella graduatoria nazionale, con trend decisamente più alti per le provincie di Chieti e Teramo, i settori privilegiati sono:
I servizi alla persona, sanità e assistenza sociale , istruzione, alloggio e ristorazione, ma di recente emerge una nuova tendenza, dell'imprenditoria femminile verso settori quali le attività artistiche, sportive, professionali, scientifiche e tecniche.
E come dire che non c'è nulla che non possiamo fare.
Nasce anche in Abruzzo - prosegue Italo Lupo - la necessità di costruire e rafforzare una rete di imprese artigiane femminili, quindi la CNA Impresa Donna Abruzzo, più attiva nel chietino e teramano e molto meno a Pescara e provincia, alla quale affidare le manovre correttive per una ripresa dell'intero settore che passi per la condivisione di economie di rete nella ricerca e sviluppo di nuove opportunità , nelle strategie di comunicazione, nella condivisione di eventi e momenti formativi e nella riscoperta e rivalutazione di antichi mestieri atti a rivitalizzare le aree interne.
Tutto questo deve essere attuato passando per agevolazioni di natura finanziaria quali il micro credito per le imprese femminili, un circuito particolare di finaziamenti a tasso agevolato gestito dalla rete con bilancio globale dedicato alle sole imprese femminili.
La CNA Abruzzo per il 2016, scommette sulle donne.