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Il porto "cola a picco". L'autorità di Pescara potrebbe passare sotto il controllo di Ancona

Pescara potrebbe finire nell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico Centrale con sede ad Ancona ma Camillo D’Alessandro non ci sta

la redazione
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Dopo le rotaie Ancona potrebbe "controllare anche l'acqua di Pescara".

Il rischio, concreto, arriva dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, il decreto legislativo per la semplificazione burocratica della portualità italiana.

Il provvedimento prevede il taglio di 266 poltrone e la trasformazione delle 24 Autorità portuali in 15 Autorità di sistema portuale. Proprio nell'ottica delle eliminazione delle attuali Autorirà portuali, il porto di Pescara rischia di finire sotto il controllo Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale che avrà sede ad Ancona e gestirà anche i porti di Falconara, Pesaro, San Benedetto del Tronto e del porto abruzzese di Ortona.

All'accorpamento di Pescara ad Ancona però si oppone il consigliere regionale, con delega ai trasporti, Camillo D'Alessandro il quale afferma che l'Abruzzo ha scelto Civitavecchia:

Sono le Regioni che con proprio atto decidono di aderire ad una Autorità portuale piuttosto che ad un'altra. L'Abruzzo ha già scelto e costruito da tempo la sua naturale vocazione. Noi saremo il mare Adriatico di cui ha bisogno Civitavecchia, realizzando così il collegamento tra i due mari, Adriatico e Tirreno, e poi ponte verso i Balcani. Lo abbiamo già rappresentato al Ministero, lo abbiamo scritto nei nostri atti di programmazione e il Presidente D'Alfonso lo preciserà al Ministro Graziano Delrio, che di sicuro condividerà la nostra impostazione.

Ancona ha una sua naturale autonomia non estendibile sulla portualità abruzzese. L'interesse dell'Abruzzo si chiama Civitavecchia. Ora il punto è stabilire le modalità di alleanza con l'Autorità portuale di Civitavecchia, un'alleanza amministrativa tra due autonomie o in alternativa una unica autorità portuale interregionale.

La scelta - commenta infine D'Alessandro - dipenderà dal rapporto costi/benefici per il sistema portuale abruzzese ma in entrambi i casi la scelta c'è ed è Civitavecchia. Con le Marche possiamo stringere altre sinergie.

Il decreto, secondo il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, servirà ad aumentare la semplificazione delle attività e la competitività dei nostri porti affinché «l’Italia sia davvero il porto dell’Europa». Ma nei fatti cosa cambierà?

La burocrazia

Il processo di sburocratizzazione prevede l'istituzione di due sportelli unici, uno doganale e uno amministrativo. Il primo sarà gestito dall'Agenzia delle Dogane e il secondo gestirà tutte le pratiche che non sono di materia commerciale ed indistriale.

Ruolo e composizione delle autorità di sistema portuale

Assumono grande importanza le sedi di Autorità di Sistema Portuale che avranno il compito di gestire tutte le realtà portuali della propria area di competenza. Le nuove Autorità gestiranno gli investimenti sui vari porti, i rapporti con le amministrazioni.

Ogni Autorità di sistema portuale sarà composta da un presidente e un comitato di gestione, il segretario generale e il collegio dei revisori dei conti. In tutta Italia ci saranno solo 70 membri a differenza dei 336 presenti oggi.

Alla scelta dei 15 presidenti, che saranno nominati dal ministro, prenderanno parte i presidenti delle Regioni di competenza dell'Autorità di sistema. Dei comitati di gestione faranno parte tanti componenti quante sono le regioni di competenza dell'Autorità di sistema, un componente designato dal sindaco di ciascuna delle eventuali città metropolitane presenti sul territorio, un componente designato dal sindaco ogni città in cui attualmente c'è un'Autorità portuale e un rappresentante dell’Autorità marittima con voto solo sulle questioni di competenza.

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