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Spazio Donna: Comune che vai fisco che trovi. La pressione fiscale per le micro imprese, il decalogo della Cna

Presentato per la prima tappa nazionale, lo studio CNA su 12 grandi centri abruzzesi.

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Si è svolta questa mattina, presso la sede della CNA Abruzzo, in via Cetteo Ciglia, n.8, la conferenza stampa di presentazione dei dati relativi all'indagine realizzata dal centro studi nazionale CNA rappresentato da Claudio Carpentieri, responsabile nazionale, sulla pressione fiscale, nazionale regionale e locale esercitata sulle piccole imprese artigiane e commerciali, denominata "Comune che vai fisco che trovi". Presenti Italo Lupo, presidente regionale della Cna, il direttore dell'Anci Abruzzo, Massimo Luciani, Daniela Astolfi, della segreteria dell'Assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, Carmine Salce , direttore Cna Pescara, e Letizia Scastiglia, direttore Cna Chieti. La ricerca dedicata all'Abruzzo e' stata condotta comparando i dati relativi a 12 grandi centri della nostra regione, oltre ai quattro capoluoghi di provincia, sono stati considerati i due principali centri per ciascuna provincia, ovvero Avezzano, Sulmona, Lanciano, Vasto, Montesilvano, Spoltore, Roseto e Giulianova. Ne emerge una interessante graduatoria che stabilisce in quale data, esattamente le piccole imprese smettono di lavorare per l'Erario, ed iniziano a produrre per se, detto giorno denominato "Tax Free Day".

A tagliare tale traguardo, tutti i centri analizzati nella ricerca, arrivano, seppur in date diverse, al mese di agosto. Il calendario dice così che il 1° agosto i tre comuni più “virtuosi” sono Spoltore, L’Aquila e Lanciano, dove il monte-tasse incide per il 58,4% del reddito totale (il cosiddetto “total tax rate”, ovvero «la porzione di reddito che se ne va per le tasse» come ha spiegato lo stesso Carpentieri), con la conseguenza di poter lavorare per sé nei restanti 151 giorni dell’anno. Poi, via via, tutti gli altri centri: Teramo (3 agosto; 59%; 149); Vasto e Avezzano (5; 59,5%; 147); Chieti (9; 60,6%; 143); Giulianova (12; 61,4%; 140); Pescara (14; 61,9%; 138); Montesilvano (20; 63,6%; 132); Roseto (22; 64,2%; 130). Con Sulmona malinconico fanalino di coda: 23 agosto; 64,5% di “total tax rate” e appena 129 giorni di lavoro per la propria famiglia concessi ai micro imprenditori. La differenza nelle date del calendario, è del tutto evidente, incide sul portafoglio più che sull’umore. Perché – e siamo al cuore dell’analisi di Carpentieri – dati identici parametri (ricavi per 431mila euro l’anno; costi del personale stimati a 165mila per quattro operai e un impiegato; costo del venduto fissato a 160mila euro; altri costi ed ammortamenti pari a 56mila euro; reddito di impresa calcolato in 50mila euro; superficie fissata in 350 metri quadrati per un laboratorio artigiano, in 175 per un negozio) succede che mentre a Spoltore il reddito netto disponibile finisce per ammontare a 20mila 797 euro, nella città di Ovidio si abbassi a 17mila 906, con tutti gli altri centri a navigare tra i due poli. Indigesto paniere di tasse, messo a punto dallo studio della Cna si compone, di imposizioni nazionali, regionali e comunali, quali Imu, Tasi, Tari, Irap, Ivs, Irpef, addizionali regionali e comunali. In un Abruzzo che nella classifica redatta a livello nazionale si colloca nelle zone di mezzo, tra le regioni d’Italia, la confederazione artigiana ha messo in campo un vero e proprio decalogo per consentire alla micro impresa di alleggerire la morsa fiscale. Eccolo:

  1. ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, utilizzando le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione;
  2. rendere l’IMU sugli immobili strumentali completamente deducibile dal reddito d’impresa;
  3. rivedere la tassazione IRPEF delle imprese personali e degli autonomi, prevedendo delle riduzioni automatiche all’aumentare del reddito dichiarato rispetto al reddito “ideale” suggerito dagli studi di settore (chi più dichiara meno paga);
  4. introdurre il principio di cassa nella determinazione del reddito delle imprese personali in regime di contabilità semplificata;
  5. definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’IRAP ed aumentare la franchigia IRAP ad almeno 30 mila euro;
  6. introdurre l’IRI (Imposta sul Reddito delle Imprese) al fine di consentire alle imprese personali di avere una riduzione delle imposte sui redditi lasciati in azienda al pari di quanto avviene nelle società di capitali;
  7. rivedere al più presto i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli periodicamente ai valori di mercato ad invarianza di gettito;
  8. trasformare le detrazioni relative a spese per lavori ediliin crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari;
  9. agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda,al pari di quanto previsto in caso di conferimenti;

10)evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica BtoB,eliminando nel più breve tempo possibile lo split payment, nonché riducendo la ritenuta dell’’8%, applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali, ad almeno il 4%.

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