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Doveva essere una scelta innovativa quella di prevedere su via Conte di Ruvo l'ampliamento della corsia preferenziale degli autobus per raccogliere anche un tracciato riservato alle biciclette. C'è il nuovo pittogramma ad indicare la nuova funzione ad ogni angolo di via, come si dice, e c'è anche la segnaletica verticale, con tanto di bicicletta sui cartelli, a dire che la bici lì ci può passare (oltre ai mezzi di soccorso, della polizia, e ai taxi). Tutto normale.
Dall'altro lato, in direzione mare monti, c'è sempre la corsia riservata ai parcheggi e nella parte restante della carreggiata la corsia riservata al traffico ordinario, di qualunque tipo. E invece...
E invece accade che sulla corsia ordinaria direzione mare monti ci sia sempre una seconda fila di macchine perennemente parcheggiate per tutta la lunghezza della strada, costringendo tutti quanti gli altri a percorrer l'intera via Conte di Ruvo letteralmente contro mano sulla corsia preferenziale degli autobus. Quando questi arrivano basta spostarsi leggermente a destra, se c'è spazio, far passare l'autobus, e quindi tornare sulla corsia. O altrimenti l'autobus aspetta!
A percorrerla in bicicletta si è ovviamente costretti a passare al di là della linea gialla e a percorrere la corsia dell'autobus, intercettando macchine che si mettono anch'esse sulla corsia riservata, macchine che addirittura ti sorpassano sempre sulla stessa corsia, auto che fanno tranquillamente manovra in retromarcia su tutto lo spazio a disposizione, come se la segnaletica stradale fosse solo un occasionale e di remoto significato segno sull'asfalto.
Se non fosse per la sua linearità , sembrerebbe di muoversi all'interno di un parcheggio, dove il tempo della fermata non è vincolato alla segnaletica esistente, ma è funzione del tempo che chi mette in sosta la macchina si prende per effettuare una qualsiasi operazione, in un ufficio, nella banca, e in uno qualunque dei negozi: dal fruttivendolo, al bar, al parrucchiere, alla merceria, eccetera, presenti lungo la strada.
"Se io su questa strada ci sono arrivato in macchina, adesso mi ci dovete far parcheggiare per tutto il tempo che voglio finché non ho finito".
Questo sembra dire la scena (guarda il video qui in basso) che si presenta a chiunque si appresti ad attraversare via Conte di Ruvo in un qualunque momento della giornata.
Ma non si tratta solo di via Conte di Ruvo: via Nicola Fabrizi, via Venezia, corso Vittorio Emanuele, via Marconi e chi più ne ha più ne metta, sono tutte le strade della città in cui vale l'opzione assolutamente non regolamentata, e quindi abusiva, del parcheggio in doppia fila
E forse è proprio quello che fa di Pescara una città ... commerciale. Abusiva.