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Piano Regionale Sociale, Sospiri: "Ostruzionismo finchè non si avrà chiarezza da parte di D'Alfonso"

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“Il Piano Sociale Regionale non passerà l’esame delle Commissioni fino a quando la giunta D’Alfonso non scriverà nero su bianco, nel documento, la somma esatta che intende stanziare per garantire l’assistenza dovuta nei confronti di chi vive in difficoltà, dunque poveri, anziani, minori, diversamente abili. Da oggi ho iniziato un’opposizione ostruzionistica su cui non cederò di un passo fino a quando non avremo la certezza della copertura finanziaria, che oggi non c’è e lo diremo a tutti gli abruzzesi che il Governatore non vuole uscire allo scoperto, atteggiamento che lascia preludere a una pessima sorpresa”.

A dirlo è stato il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri che da oggi ha iniziato la battaglia sul Piano sociale regionale con oltre sei ore di ostruzionismo.

“Avevamo avvisato la giunta D’Alfonso: dateci certezze o il Piano non passerà mai. Le certezze di copertura finanziaria non sono arrivate e da oggi quel documento di programmazione sociale resterà al palo – ha avvisato il Capogruppo Sospiri -. Venticinque gli emendamenti di merito presentati, in tutti ho imposto la previsione di ‘specifici finanziamenti regionali’ tesi a garantire servizi non regalati, ma dovuti, normativamente obbligatori, nei confronti di persone che vivono una qualunque condizione di disagio, perché il Governatore deve ancora capire che, quando stanzia fondi per i ragazzini diversamente abili che devono andare a scuola, o quando prevede l’assistenza domiciliare per gli anziani, non sta facendo loro un gentile omaggio o una concessione straordinaria, ma sta ottemperando a un obbligo normativo. Per questo gli abruzzesi devono pretendere di sapere quanto il Presidente D’Alfonso intende spendere per quei servizi all’interno del Piano. A oggi non è scritto, e sappiamo solo che, approvato il Piano, i Comuni dovranno adeguare i propri interventi redigendo ciascuno il proprio Piano sociale di Zona e garantendo con risorse proprie la copertura del 30 per cento della spesa complessiva. Bene, ma il 30 per cento di cosa se nel Piano proposto leggiamo solo l’elenco dei servizi ipotizzati, ma senza le relative voci di spesa? Non solo: su troppi punti il Piano è generico, superficiale e astratto, determinando, evidentemente, anche sprechi e sperperi. Ad esempio con gli emendamenti ho previsto che venga redatto un atto di indirizzo regionale che ‘regolamenti in maniera univoca il regime di autorizzazione e di accreditamento delle strutture che devono ospitare i minori allontanati dalle famiglie, individuando e stabilendo i requisiti strutturali, i profili professionali che tali strutture devono garantire e le tariffe giornaliere applicabili su tutto il territorio regionale in regime di accreditamento’, emendamento necessario per evitare che la spesa dei Comuni, pari a 8milioni di euro per i minori, sia effettuata impropriamente a causa di un vuoto normativo regionale che permette rette che oscillano dai 55 ai 150euro giornalieri, senza che i Comuni possano contrattare sulla spesa o sulla qualità dei servizi erogati in quanto la scelta delle strutture in cui sistemare il minore è disposta con atto del Tribunale su relazione del servizio sociale dell’Ente e non sulla base di gare d’appalto. Quindi il costo del servizio è di fatto deciso dal privato che può chiedere ingenti risorse ai Comuni senza alcuna possibilità di scelta da parte dell’Ente pubblico. Ci pare dunque doverosa una regolamentazione che riporti la spesa a una dimensione più ragionevole. Allo stesso modo chiediamo di colmare il vuoto normativo regionale sui finanziamenti inerenti il servizio per l’autonomia degli studenti con disabilità, per definire in maniera esatta ciò che è competenza dei Comuni, ovvero delle Province, e ciò che attiene invece gli Istituti scolastici, ovvero l’Ufficio scolastico regionale; sarà poi la Regione a dover anticipare già a inizio anno scolastico l’80 per cento della spesa inerente l’assistenza scolastica e il diritto allo studio, per non pesare sui Comuni. Non basta: con gli emendamenti andiamo a stabilire che il Piano sociale regionale entrerà in vigore solo dopo l’individuazione dei nuovi Ambiti Distrettuali che dovranno essere approvati con un apposito atto di Consiglio regionale, per colmare, anche in questo caso, un errore della Regione che avrebbe dovuto approvare la nuova zonizzazione prima del Piano stesso. Oggi abbiamo solo iniziato il cammino per rendere accettabile quel Piano – ha aggiunto il Capogruppo Sospiri – che senza una certa copertura finanziaria non arriverà mai in aula”.

 

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