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Pescara è una città per ciclisti? Ancora no, evidentemente

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Pescara non è una città per ciclisti? La domanda sorge spontanea leggendo i dati delle rilevazioni sui passaggi dei ciclisti in 13 punti strategici della città: 13 punti in cui l’associazione Pescarabici ha rilevato esservi quotidianamente un discreto flusso di persone che la mattina si recano al lavoro in bicicletta.

 

Ma se Pescara non è città per ciclisti, è anche vero che i pescaresi non sono “ciclisti europei”. Infatti, il primo dato su cui riflettere è la flessione del numero complessivo dei ciclisti per motivi “meteorologici” . Alle 7,30 del mattino di oggi, in molte zone di Pescara piovigginava, benché si scorgessero schiarite all’orizzonte.

 

La giornata fredda autunnale di ieri e la leggera pioggia mattutina hanno condizionato l'uso della bicicletta; nonostante ciò negli stalli storici il dato rimasto simile a quello del 2012, quando, nella stessa occasione, piovve decisamente. Con il deterrente della pioggia si può quindidire che si è in presenza di un dato consolidato, che ovviamente è di altro valore in presenza di bel tempo.

Alcune stazioni introdotte quest'anno rafforzano alcuni convincimenti e aprono nuovi scenari.

Nel primo caso la Strada Parco è sempre nelle prime posizioni; a questa si affianca via R. Margherita, oggi con una pista ciclabile, lungo cui al primo conteggio sono state rilevate quasi 200 passaggi, a testimoniare che il "tracciato protetto" è sempre molto frequentato.

Piazza Italia e Piazza della Repubblica consolidano il dato robusto di sempre, come anche il Ponte D'Annunzio. Entra nelle prime posizioni la rotatoria di Piazza Unione, con il maggior dato odiernorilevato, nonostante intorno ad essa non ci sia nessun accorgimento di tutela delle due ruote che, anzi,quitrovano una significativa difficoltà di transito.

Altro dato interessante è quello rilevato su Via Aremogna, sull'asse Stazione ferroviaria - Regione Abruzzo - Provincia Pescara - Ospedale, nella sua criticità di strada in salita e a senso unico,con ben 180 passaggi, come anche all'incrocio tra Via N. Fabrizi e Via Venezia, già al secondo anno di rilevamento: entrambe le situazioni a nostro avviso meriterebbero una valutazione più approfondita in quanto zone di transito per l'accesso a servizi pubblici importanti.

 

In ogni caso, al netto del calo determinato dal tempo, si vede chiaramente che le strade più frequentate dai ciclisti sono quelle dove esistono infrastrutture dedicate alla bici: come la Strada Parco e Via R. Margherita, mentre altri punti strategici che pure si trovano vicino a piste ciclabili, come piazza Ovidio, all’incrocio via D’Annunzio- Viale Pindaro, scoraggiano all’uso della bici a causa della forte incidenza di traffico pesante nelle prime ore della mattina.

“Le ragioni del più scarso traffico di ciclisti urbani di questa edizione del Bike to Work rispetto alle precedenti – dichiara Laura Di Russo - vanno però ricercate anche in altre direzioni, come ci hanno dichiarato gli stessi cittadini questa mattina durante le nostre rilevazioni. La mancanza di sicurezza sulle strade, gli stalli per bici quasi inesistenti ed i continui furti sono forti deterrenti all’uso della bicicletta. Uso che non viene certo incentivato da una politica pubblica che ne incoraggi l’utilizzo anche attraverso attività di comunicazione dedicate. Ecco perché perfino in una città in pianura, dal clima mite, e desiderosa, stando al fermento e all’attivismo delle associazioni ambientaliste, di muoversi in modo sostenibile, la bici fa fatica a decollare”.


 

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