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Ordinanza antiprostituzione scaduta da un mese. D'Incecco: "Non è stata rinnovata, città nel degrado"

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“L’ordinanza sindacale antiprostituzione è scaduta a Pescara dal 15 ottobre scorso e, dopo un mese, il sindaco Alessandrini non l’ha rinnovata, abbandonando al degrado totale i cittadini che, nel frattempo, in via De Gasperi come in via Ferrari o corso Vittorio Emanuele, si organizzano in ronde per impedire l’attività del meretricio sotto i propri balconi. L’atteggiamento di indifferenza del primo cittadino è semplicemente vergognosa, oltre che inaccettabile. Zero ordinanza, zero controlli, zero telecamere: semplicemente l’amministrazione comunale Alessandrini ha chiuso i battenti a tempo indeterminato. A questo punto valuteremo la possibilità di chiedere direttamente al Prefetto di intervenire sul sindaco almeno per la proroga dell’ordinanza, per poi capire come agire in maniera concreta per arginare un fenomeno invasivo”.

Lo ha detto il consigliere comunale di Forza Italia Vincenzo D’Incecco che stamane ha sollevato il problema in aula durante la seduta del Consiglio attraverso un’interrogazione.

“L’ultima ordinanza anti-prostituzione emessa dal sindaco Alessandrini risale al 10 maggio scorso, con scadenza 15 ottobre – ha ricordato il consigliere D’Incecco -, un’ordinanza con la quale, ricalcando il modus operandi del centro-destra, si andavano a dettare le regole a tutela delle strade dai pericoli e dai disturbi alla circolazione derivanti dalla prostituzione sulle pubbliche vie, multando, ad esempio le donne che in strada assumono atteggiamenti inequivocabili per adescare clienti o vestono in modo visibilmente succinto, offendendo i criteri della pubblica decenza. O multando i potenziali clienti che, per avvicinare le donne, rallentano la marcia creando intralcio alla circolazione stradale. Nell’ordinanza venivano anche individuate le strade in cui venivano imposti tali divieti, ovvero le zone più a rischio della città, comprese quelle del centro urbano, come le riviere, via De Gasperi, dove da oltre un mese i residenti organizzano ronde notturne per impedire o perlomeno scoraggiare la permanenza delle prostitute sotto le proprie finestre, e i sottopassi ferroviari. Scaduto il documento lo scorso 15 ottobre, i cittadini di fatto sono rimasti anche senza l’unico strumento in proprio possesso per chiedere almeno l’intervento delle Forze dell’Ordine. Per questa ragione ho presentato un’interrogazione per sapere dal sindaco Alessandrini se intende o meno emanare una nuova ordinanza e quando; quante multe sono state elevate dal 15 maggio al 15 ottobre scorsi e quanto ha incassato il Comune. Infine ho chiesto di sapere i tempi entro i quali il sindaco Alessandrini intende adottare i provvedimenti sbandierati attraverso gli Organi di stampa, ovvero l’installazione di telecamere mobili e di cartelli di divieto tesi a contrastare il fenomeno della prostituzione e dello sfruttamento lungo le nostre strade, quindi ho chiesto di fornire i dati inerenti la spesa che verrà investita per tali opere e quale settore si occuperà di tale procedura, e, infine se tali investimenti riguarderanno anche altre zone di Pescara, oltre a via De Gasperi, ugualmente interessate dal degrado derivante dalla prostituzione. La risposta del sindaco è stata disarmante: i numeri forniti dal primo cittadino ci dicono che la Polizia municipale avrebbe elevato solo 59 multe complessive in cinque mesi, anche se nel dato sono comprese anche le sanzioni emesse dal Nucleo Commercio, che non sapevamo si occupasse anche di prostituzione. Poi il sindaco Alessandrini ha comunicato che le altre Forze di Polizia avrebbero elevato altre 470 sanzioni, ma che a oggi nessuno ha pagato, dunque il Comune ha incassato zero euro. Per quanto riguarda l’emanazione della nuova ordinanza, il sindaco ha precisato di non sapere né se ne la prorogherà né quando, forse solo per il periodo natalizio, né ha fornito dati inerenti gli investimenti annunciati in pompa magna, a partire dalle telecamere. È evidente – ha aggiunto il consigliere D’Incecco – che non possiamo tollerare una tale inerzia da parte del sindaco, primo tutore della salute pubblica, e a questo punto valuteremo se e come coinvolgere il Prefetto con una sorta di ‘commissariamento’ del primo cittadino”

 

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