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Fiab Pescara, via De Gasperi ciclabile: richiesto e ottenuto

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L'avevamo richiesto a gran voce, almeno utilizzando i nostri canali, e l'abbiamo ottenuto. Le due tracce azzurre ciclabili che delimitano a destra e a sinistra Via De Gasperi lo stanno a dimostrare.

Grazie, va comunque detto, alla disponibilità dell'Amministrazione comunale, ora una delle vie più percorse e trafficate della città ha la sua componente ciclabile in bella vista.

Più che di un progetto dedicato, con quest'opera è stata in effetti colta una occasione, e cioè il rifacimento della segnaletica dovuta alle opere di riqualificazione fognaria di acque bianche eseguite su tutta la via, prima oggetto di continui allagamenti.

Proprio in occasione di lavori straordinari, come lo erano quelli richiamati, una legge nazionale, la L. 336/98: "Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica", all'art. 10, comma 2, impone che"Gli enti proprietari delle strade provvedono altresì, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza". Tanto ha fatto l'Amministrazione comunale. Ma non solo.

Andando anche al di là di quanto avessimo rivendicato, questi 300 metri di strada, almeno lato mare, si sono arricchiti di una preziosa corsia preferenziale per gli autobus.

Ma a tutto ciò si aggiunge per noi un ulteriore motivo di soddisfazione. Le piste ciclabili monodirezionali realizzate si discostano finalmente da quella dimensione minima di 1,5 mt, prevista dalle normative vigenti, che dai progettisti vengono sempre considerate massime.

Qui i due tracciati avranno una larghezza di 2,00 mt, quasi ad inaugurare una nuova generazione urbana di piste ciclabili almeno monodirezionali: 2.0, sperando che si arrivi a 4.0 per quelle bidirezionali, che oggi si attestano, con disappunto dei ciclisti che vi transitano, a 2.5 mt (come la pista ciclabile sul lungomare).

Tutto ciò per garantire una fruizione "sociale" della pista, quindi la possibilità di essere percorsa da due ciclisti affiancati, ma anche per consentire il sorpasso da parte del ciclista "lepre" rispetto a quello "tartaruga".

Restano da risolvere alcuni elementi di conflittualità e criticità, in particolare in corrispondenza delle fermate degli autobus, sia lato mare che lato monte, che riteniamo debbano essere oggetto quanto prima di una attenta valutazione in modo da evitare conflitti tra utenze deboli, ciclisti e passeggeri.

Ora chiediamo che si proceda speditamente per la riconnessione di queste nuove piste con altri segmenti sparsi per la città, in particolare a sud, con via D'Annunzio, e a nord, passando dentro l'area di risulta della stazione per arrivare fino alla strada parco.

In particolare ci preme sottolineare che Via D'Annunzio potrebbe essere ciclabilmente agganciata a via De Gasperi con relativa facilità, realizzando una pista lato mare, a partire dalla intersezione con via Conte di Ruvo (che ospita la corsia Bus + Bici), che passando davanti alla Cattedrale di San Cetteo, Piazza Garibaldi e quindi sul Ponte D'Annunzio, superando il Rampigna e la rotatoria che segue, arriverebbe in Via De Gasperi, consentendo un collegamento cicloviario "riservato" dalla zona universitaria fino alla stazione ferroviaria.

Lungo il tracciato evidenziato, lato mare, ad oggi esistono poco meno di 20 stalli autorizzati, mentre vi sono sono abitualmente parcheggiate oltre 60 auto, soprattutto lungo il ponte dove la sosta non è prevista e dove quindi i ciclisti "arrancano" pericolosamente stretti da una doppia fila di mezzi: auto, bus e camion.

Si tratta di uno spazio che va liberato, trovando le soluzioni adeguate al legittimo uso garantito dai 20 stalli esistenti, e non dai 40 non consentiti, e ceduto all'utenza debole che da tale corridoio troverebbero grande giovamento.

E noi siamo convinti che detto giovamento non sarebbe solo dei ciclisti, ma anche di una certa categoria commerciale, forse più facilmente raggiungibile da chi non ha problemi di parcheggio. Quelli delle isole pedonali lo sanno molto bene e si tengono ben stretta la loro "riserva".

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