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Acerbo: "Responsabilità Enel non cancellano quelle di Regione e Province. Finita l'emergenza dovrebbero dimettersi"

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Le immense responsabilità di Terna e Enel nella pessima gestione dell'emergenza neve non assolvono la classe dirigente abruzzese. 

Nella nostra regione dove  sono venuti a mancare i servizi primari essenziali come energia elettrica, acqua, riscaldamento, telefonia e trasporti pubblici per non parlare della viabilità in ampie porzioni di territorio coinvolgendo per giorni centinaia di miglia di persone.

 

Quello che è accaduto ha messo in evidenzia la precarietà del sistema Abruzzo e la distrazione da parte della politica rispetto alle reali necessità degli abruzzesi. Risulta  incredibile che più di un quarto della popolazione abruzzese rimanga senza luce per giorni e quindi senza riscaldamento e che la viabilità provinciale delle zone interne sia risultata di fatto bloccata tanto da impedire di portare soccorso  a piccoli comuni e frazioni abitati da persone anziane.

Ci sono ancora piccoli comuni  abbandonati a se stessi.

 

Le previsioni meteo avevano annunciato con anticipo le precipitazioni nevose di ampia portata ed erano note le difficoltà delle province. L'elogio del volontariato e dei lavoratori impegnati nelle operazioni in questi giorni non può essere esteso a chi governa.

 

Chi doveva prendere in mano la situazione era senza dubbio la Regione. La delega alla Protezione Civile è del Presidente D'Alfonso anche se in maniera eccentrica si è inventato la figura del sottosegretario. La Regione Ovunque non c'è mai dove serve. Gli stessi mancati investimenti e la mancata attività di ammodernamento e manutenzione da parte di Enel perchè non sono stati oggetto di monitoraggio e vigilanza da parte della Regione? Invece di sostenere a Roma interessi e progetti di imprese private come Toto non era meglio mettere al centro una questione già emersa negli anni scorsi come quella della vulnerabilità della rete elettrica. 

Come profetizzato si è dimostrata del tutto lontana dagli interessi collettivi  la strategia dalfonsiana tutta concentrata sulla realizzazione di grandi opere infrastrutturali di assai dubbia utilità e sovente dannose mentre basta andare in giro per l'Abruzzo per accorgersi che i punti deboli sono proprio relativi al funzionamento dei servizi essenziali. La Regione Ovunque aveva verificato se dotazioni e piani delle Province erano all'altezza o quali problematiche vi erano? Di fronte alla preannunciata emergenza si era verificato come fronteggiarla per tempo? Le risposte è facile darle.

Se è vero che le Provincie (tutte in mano al PD dalfonsiano) erano senza risorse a causa dei tagli decisi dai governi del PD invece di organizzare leccate di piedi e applausi per Renzi e un esercito di ministri e sottosegretari non era il caso che D'Alfonso e i Presidenti delle Province e gli altri amministratori PD aprissero una vertenza sulle conseguenze di quei tagli? Perchè invece di congratularsi non hanno alzato la voce per dire che non erano neanche in grado di pulite le strade in caso di neve?

Abbiamo tante volte denunciato insieme a comitati e movimenti che questi amministratori, a partire da D'Alfonso, non stavano difendendo il territorio e avevamo ragione.

Purtroppo nel rapporto con Roma per questa politica quel che conta è solo accreditarsi per future candidature o incarichi ministeriali e garantire i progetti infrastrutturali con relativi appalti o farsi garanti per imprese amiche. 

Evidentemente si è pensato più a sistemare il proprio cerchio magico ed a  lanciare proclami che a soddisfare le aspettative degli abruzzesi che all'improvviso si sono ritrovati di fronte ad una realtà scioccante  che ha fatto regredire la regione ai tempi del dopo guerra.

Finita l'emergenza D'Alfonso e qualche presidente del PD dovrebbero dimettersi insieme ai vertici Enel.

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