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Acqua a Pescara, urgente piano di controllo nei quartieri

Perse settimane dietro l'illogica idea "dell'ultimo metro delle fontanelle"; ora bisogna recuperare nella massima trasparenza

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Come cittadini di Pescara pretendiamo un piano di controlli sull'acqua straordinario ed urgente in case, negozi ed edifici pubbblici da parte delle autorità pubbliche di sorveglianza, a partire dalla ASL e dal Comune, quest'ultimo come massima autorità sanitaria. 

Sono state perse tre settimane almeno dietro ipotesi del tutto illogiche come quella della contaminazione dell'ultimo metro delle fontanelle.

In tutta Italia le ASL fanno i controlli dell'acqua potabile distribuita attraverso le fontane. È il protocollo standard. Se fossero così vulnerabili alla contaminazione sarebbe stato adottato un altro metodo di monitoraggio più rappresentativo dell'acqua in distribuzione anche nelle case. 

Inoltre bastava vedere la frequenza di non conformità dello scorso anno, con un solo caso su un centinaio di controlli effettuati in quasi tutte le fontanelle di Pescara, per comprendere come casi così ravvicinati in aree molto diverse della città avrebbero dovuto far scattare subito un campanello d'allarme.

Ora riteniamo indispensabile che la ASL effettui un programma straordinario di controlli in tutti i quartieri, con alcune decine di prelievi nell'attuale modalità di erogazione in modo che sia un campione rappresentativo.

Non si può certo continuare a sospendere l'utilizzo solo nelle utenze dove vengono fatti i prelievi; si deve avere il quadro esatto della situazione complessiva.

Purtroppo le reti fatiscenti della città non solo perdono molta acqua ma, a causa degli scarsissimi investimenti effettuati nel corso dei decenni, sono fortemente vulnerabili a possibili infiltrazioni.

Inoltre è intollerabile dover percorrere la strada dell'accesso agli atti per venire a conoscenza dei referti dei controlli. Comune, ACA e ASL li pubblichino immediatamente sui siti istituzionali, così vedremo come, quando e da chi sono stati svolti i monitoraggi.

La cosa peggiore in questi casi è continuare a tergiversare per poi produrre un diluvio di ordinanze rincorrendo e non gestendo proattivamente il problema.

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