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Enzo Fimiani: Manifestazione centrodestre errore nei fatti. Rievocazione 31 Agosto è merito dell'ANPI Pescara

"Ci attaccano e dovrebbero ringraziarci. Non siamo un partito, ma soggetto morale e politico"

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"Per il 31 Agosto, anniversario del primo dei terribili bombardamenti che Pescara subì tra 1943 e 1944, partiti e associazioni variamente afferenti all’area di centro-destra hanno scelto di indire una “propria” manifestazione, alternativa rispetto a quella dell’istituzione locale, il Consiglio comunale, che da anni la realizza in collaborazione con l’ANPI.

Si tratta di un errore, sotto molti punti di vista. Lo è sul piano dell’opportunità istituzionale e del rispetto delle Istituzioni: non aggiungiamo altro, perché il comunicato del Sindaco lo ha ben messo in evidenza. Lo è però anche dal punto di vista fattuale: i promotori si scoprono improvvisamente folgorati sulla via di Damasco ma giungono abbondantemente in ritardo. L’iniziativa che richiama la “memoria” civile che tutti i cittadini dovrebbero curare e stimolare rispetto al passato del territorio è stata infatti, non da ieri ma dal 2014, una vera e propria “invenzione” dell’ANPI, che naturalmente ha trovato nel Comune orecchie e cervelli sensibili. Solo così, grazie a tutta una serie di attività nel tempo (marcia silenziosa di cittadini e rappresentanti istituzionali, interventi di testimoni dell’epoca, installazioni, immagini, video, ecc.), per la prima volta il drammatico anniversario di morte per la città ha cominciato davvero a trovare eco tra i pescaresi, alimentando uno slancio di nuove conoscenze, consapevolezze, riflessioni, ben più diffuso che in passato.

Forse l’ANPI andrebbe ringraziata, invece che attaccata. La loro scelta, inoltre, è errata pure sul terreno storico-civile. Da quando è “rinata” anche a Pescara, nel 2010, l’ANPI ha proposto al Comune, e quindi alla città, un preciso approccio: la storia, specie quella che ancora oggi trasuda di passioni e traumi, è una cosa non solo seria ma anche complicata. Dentro, si muovono molti fattori, variabili, chiaroscuri, intrecciati ad alcuni punti fermi dei fatti della storia. L’ANPI cerca sempre di muoversi lungo queste dimensioni. Da un lato, promuove la maggiore conoscenza pubblica di alcuni dati di fatto, due su tutti: l’Italia che nel 1945 usciva dalla guerra si ritrovava al punto più basso della sua storia, materiale e morale, e ci era giunta per colpa non di elementi metafisici ma dell’esperienza drammatica del regime fascista, che quindi per il nostro paese è stata altamente negativa; gli assetti democratici, repubblicani, costituzionali nati da quelle ceneri hanno invece una propria chiara natura, non soltanto diversa bensì del tutto opposta all’ordine del mondo che il nazifascismo europeo ha tentato di instaurare. Ciò non toglie però, ed è questa la condotta dell’ANPI, che all’interno della tragica storia dei fascismi europei, e dei drammi e del sangue che sono stati il prezzo da pagare per il loro abbattimento, vi siano stati chiaroscuri, errori, limiti. L’ingresso devastante di Pescara nella grande storia è proprio un tipico esempio in tal senso: dal cielo, giunge la morte e non solo la libertà. I liberatori uccidono e sbagliano (quanti, gli errori degli Alleati nei teatri del conflitto in Europa!). L’ANPI dunque non parla sempre e solo di antifascismo, ma lavora perché si abbia una visione più ampia del contesto storico, guarda a tutti morti, da quelli sotto le bombe agli inermi uccisi nelle stragi naziste e fasciste tra 1943 e 1945.

L’ANPI vuol far capire. I promotori della manifestazione alternativa, infine, sbagliano anche sul terreno politico. Forse cavalcando lo spirito dei tempi, accorrendo in soccorso del vincitore (spettacolo diffusissimo in questi mesi), fanno dell’ANPI il loro bersaglio e la loro ossessione. Qual è il capo d’accusa? Che l’ANPI sia un partito... Ora, a parte la solare evidenza che di formazione partitica non si tratta, occorre rendersi conto di alcune questioni, che elenchiamo in modo un po’ schematico ma forse più chiaro, così come si fa magari a scuola con chi fatica a comprendere.

L’ANPI dunque: (1) sta semplicemente dentro le dinamiche democratiche del nostro paese e quindi, com’è ovvio, si occupa di “politica” nel senso più lato e alto (storia, memoria, impegno civile, educazione) ma certo non cerca voti, come fa la gran parte di chi l’accusa di essere un partito; (2) è un Ente morale formalmente riconosciuto da decenni dalla Repubblica italiana attraverso un decreto del suo Presidente; (3) ha come basi ideali e statutarie nient’altro che le fondamenta istituzionali repubblicane: la democrazia, sorta da antifascismo, Resistenza, vittoria degli Alleati; la Repubblica, voluta da cittadini in democrazia; la Costituzione, redatta da tutti coloro che, insieme, avevano sconfitto il nazifascismo; (4) conta oltre centoventimila iscritti in tutta Italia, tanti, delle più varie tendenze, da quelle di ascendenza socialcomunista ai laici, dai cattolici ai democratici in genere, dai cosiddetti “moderati” a chi ha posizioni più radicali, liberamente, ed esattamente quasi a somiglianza dell’arco costituzionale del dopoguerra (il che, è consentito proprio perché l’ANPI non è un partito).

Per i promotori della manifestazione, l’ANPI è un partito a geometria variabile. Se prende posizioni che possano sfruttare a loro vantaggio (esempio eclatante, il Referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016 e la scelta di schierarsi per il No alla riforma), non viene tacciata di essere un partito. Se, invece, è necessario guadagnare posizioni lungo la pericolosa deriva dell’oggi, l’ANPI diviene un “partito”, da attaccare come un avversario, anzi un concorrente nel marketing della politica. Complimenti".

Enzo Fimiani

Presidente onorario

Comitato provinciale ANPI PescaraEttore Troilo

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