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Chiude centro d’accoglienza a Pescara, a rischio oltre 6 mesi di stipendi dei dipendenti?

la redazione
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A seguito dell’introduzione della legge n. 132/2018 (ex decreto sicurezza pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 3 dicembre 2018) e la conseguente chiusura dei porti, il numero degli sbarchi in Italia è stato drasticamente ridotto portando la Prefettura di Pescara alla chiusura di diversi centri di accoglienza in esubero.

Una conseguenza diretta delle chiusure è stata la perdita del lavoro da parte dei dipendenti impiegati nei centri stessi e, per alcuni di loro, oltre al danno sembra sia arrivata anche la beffa.

Infatti una società che gestiva uno dei centri chiusi, che sembrerebbe essere già indietro nei pagamenti di diverse mensilità, pare sia sparita. I suoi ex dipendenti sarebbero senza stipendio dal mese di giugno 2018 e l'azienda non sembra avere alcuna intenzione di pagare.

I dipendenti ci dichiarano:

“Abbiamo avuto molta pazienza aspettando gli stipendi dovuti, in quanto eravamo a conoscenza delle difficoltà da parte dell’azienda di recuperare i propri crediti, ma questo non la giustifica. Non si possono lasciare i dipendenti, tra i quali professionisti come assistenti sociali, psicologi, mediatori culturali, ma anche tutti gli altri lavoratori che hanno delle spese a cui far fronte senza stipendi per oltre 6 mesi. Ci siamo già mossi legalmente, la pazienza è esaurita”.

La giustizia legale, tuttavia, potrebbe non essere certa, in quanto “simili” aziende tendono a svanire appena riscossi i propri crediti. Sarà necessaria un’opera di sensibilizzazione nei confronti della Prefettura di Pescara, ente appaltante, affinché attenda le tempistiche burocratiche necessarie agli avvocati per intervenire, prima di chiudere il rapporto economico con la società.

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