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Pescara, città - carcere cementificata. L'insostenibile idea della Lega e degli alleati politici

La destra politica vuole l'infrastrutturazione securitaria di Pescara privandola del verde necessario ed incentivando l'esclusione sociale

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Prioritaria, ovviamente, per le Elezioni amministrative del 26 Maggio 2019, auspicando il rinnovamento integrale del Consiglio comunale, è l'idea di città che le Liste ed i candidati Sindaco in lizza vogliono comunicare e, se il responso delle urne sarà favorevole, realizzare.

Da alcuni giorni abbiamo appreso che la Lega e gli alleati politici vogliono ulteriormente azzerare il verde urbano e cementificare Pescara. In ossequio ad una lunga tradizione affaristica, securitaria e proibizionista, i “palazzinari” non solo locali usano i ventriloqui partitici leghisti e della coalizione di destra per fare sentire la loro voce, interferendo con la difficile ripresa di un discorso pubblico di “sostenibilità urbanistica, ambientale e sociale” di Pescara.

Indicativa si rivela l’incapacità di aspiranti amministratori pubblici di leggere i processi sociali e materiali di trasformazione del modello di sviluppo che a livello planetario si vuole realizzare, nel rispetto dei 17 Obiettivi dell'Agenda 2030.

L'idea della Lega d'una Pescara cementificata, inoltre, porta a constatare che il M5S “resta a guardare”, essendo nel merito silente la loro candidata a Sindaco, Erika Alessandrini, e detenendo la titolarità del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con Sergio Costa. Altro che contrasto Lega / M5S; siamo in presenza di un fenomeno di fisica politica definibile come “vasi comunicanti”.

Dunque, la destra pescarese a trazione leghista s'appresta a ridurre le “isole pedonali”, comprimere le forme serali di socializzazione giovanile, installare telecamere per la videosorveglianza, utilizzare la Polizia municipale per prolungati servizi d'ordine pubblico, criminalizzare i fenomeni legati alla povertà quali la presenza in strada dei senza fissa dimora secondo i canoni dell'estetica urbana piuttosto che ispirarsi all'assistenza sociale, legando le problematiche del degrado ai temi della “sicurezza” (propugnando il “Daspo”), pensando alla città come ad una vetrina e mettendo sotto il tappeto la “polvere”, piuttosto che capire come contrastare civilmente l'esclusione sociale.

Ciò che la destra pescarese a trazione leghista ha in mente per Pescara è una città / carcere secondo il modello panòttico ideato dal filosofo e giurista inglese J. Bentham alla fine del 18° secolo. Con dichiarazioni che talvolta rasentano più l’isteria dell’impotenza che la razionalità politica di un partito di governo, viene appiattita ogni articolazione d'analisi competente e capacità di discernimento tra gli elementi di diversità e quelli di continuità della nuova situazione sociale, sperando di intercettare così consensi non tanto popolari, bensì da parte di chi ha tutto da guadagnare da una città sotto sorveglianza armata. La Lega, la coalizione di destra, i neofascisti ma anche le banche, i prenditori e predatori del territorio e i tecnocrati legati al carrozzone leghista sono da combattere, apertamente e senza indugio.

Infatti, per l'area di risulta della ex stazione ferroviaria di Pescara – destinata secondo una logica sistemica a diventare un necessario polmone verde della città all'interno di un Master Plan inteso come strumento-processo condiviso che sappia definire gli usi dei suoli, le linee guida progettuali, la progettazione del paesaggio e degli spazi pubblici, le forme costruite, le infrastrutture, la mobilità ecocompatibile e i servizi per l'autentico benessere dei cittadini residenti -, lor signori salviniani e associati prevedono l'azzeramento del verde urbano e colate di cemento per improbabili parcheggi distraendo le esigue risorse finanziarie delle casse comunali per l'infrastrutturazione securitaria della città / carcere piuttosto che impiegarle per manutenere gli ettari del costituendo Parco.

Pertanto, per una Pescara città attrattiva (logistica, shopping area e dotazioni territoriali), città creativa, città inclusiva e città sportiva, il governo dell'Amministrazione pubblica non può essere lasciato alla scelleratezza dei guardiani leghisti e affini, il governo del territorio cittadino va affidato a chi vede e sa realizzare Pescara come autentica “città della conoscenza e del benessere”.

                                                                                                                             Prof. Giovanni Dursi

                                                         Candidato Consigliere di COALIZIONE CIVICA per PESCARA

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