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Race for the cure #insiemesipuò

5000 partecipanti alla corsa passeggiata

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Giornata finale del 20°appuntamento della Race for the cure. Tante persone insieme, oltre 5000, con maglietta e pettorale per correre o passeggiare manifestando per la vita contro il cancro al seno.

Donne in rosa a far vedere a tutti che c’erano ancora nonostante la tremenda malattia che le ha viste subire ma non soccombere.

Race for the cure si è conclusa oggi dopo tre giorni di incontri, convegni e varie manifestazioni sempre con l’intento di dire NO al cancro al seno.

Nei tre giorni, anzi in una sola giornata e mezza, il prof. Ettore Cianchetti ha detto che ben 800 sono state le persone visitate delle quali 12 con una prognosi di un probabile tumore e una con diagnosi di cancro alla pelle.

Sul palco Isabella Marianacci, vera anima della manifestazione, anche lei donna in rosa, che ha voluto fortemente che, per il 20 anniversario, l’evento si facesse a Pescara. Tante le partecipanti volontarie che si sono spese nei mesi per l’organizzazione che è stata molto dura, ma con risultati eccellenti.

Il prof. Masetti, Presidente della Komen Italia ed il prof. Ettore Cianchetti, coordinatore scientifico, hanno commentato dal palco la riuscita della manifestazione e la gioia nel vedere tanta partecipazione che la città di Pescara ha saputo dare.

Presenti l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, il presidente del Consiglio comunale di Pescara Antonelli, l’assessore al turismo e commercio Alfredo Cremonese, l’assessore alla salute del Comune di Pescara.

Alla fine della manifestazione, dopo premi e complimenti alle persone e alle squadre che hanno partecipato con un gran numero di elementi, sono stati liberati dei palloni rosa in memoria delle persone che non ci sono più. Anche questo atto ha voluto essere, come ha detto il Prof. Masetti, in linea a quanto detto sull’evitare inquinamento e danno agli animali e, per la prima volta, non si è alzata una nuvola rosa di palloncini, ma palloni che zavorrati e rimasti a librare a mezz’aria come se le persone che non ci sono più guardassero le tante donne, uomini, bambini tutti insieme uniti per combattere quella malattia che loro non sono riuscite a debellare. 

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