Gli approcci farmacologici alla dipendenza da cocaina presentano una efficacia limitata e in molti casi non sperimentalmente accertata. In particolare mancano strumenti farmacologici in grado di trattare il craving e di limitare la frequenza e la gravità delle ricadute. Non sono ad oggi disponibili farmaci specifici per il trattamento dell’abuso e della dipendenza da cocaina e questo é probabilmente dovuto alla complessità dei meccanismi che regolano i sistemi sui quali questa agisce.
Frequentemente il quadro della dipendenza da cocaina é anche aggravato dalla co-presenza di disturbi psichiatrici primitivi e/o secondari unitamente a problematiche di poli-consumo con altre sostanze di abuso ed in particolar modo con alcol, eroina e cannabinoidi. Diventa pertanto di fondamentale importanza una valutazione clinica attenta e complessiva del paziente (medica, psichiatrica e tossicologica) al fine della scelta di un corretto approccio farmacologico al problema.
Il trattamento farmacologico dell’abuso e della dipendenza da cocaina, quindi, necessita di essere inscritto in una strategia terapeutica più ampia in cui i farmaci possono essere utilizzati per la gestione degli stati sintomatici correlati all’abuso e alla dipendenza o contribuire a mantenere la motivazione all’astensione attenuando i sintomi del craving(1). Il paziente che presenta comportamenti di abuso o che si trova in condizione di dipendenza dalla cocaina, può presentare diversi gradi di motivazione al trattamento (2).
É fondamentale, per il successo del trattamento, che questo sia associato ad un grado di motivazione adeguata e ciò può essere ottenuto attraverso un intervento combinato di counseling specifico o di supporto psicologico e di trattamento farmacologico. Attraverso questi passaggi, l’azione congiunta di
supporto psicologico-motivazionale o di tecniche basate sul modello del contingency management e di prevenzione delle ricadute, unite al trattamento farmacologico per controllare i sintomi dei disturbi associati all’abuso e alla dipendenza, é una strategia che può dare risultati vantaggiosi.
Un farmaco, per essere efficace nel trattamento della dipendenza e nella prevenzione delle ricadute da cocaina, dovrebbe agire attraverso uno dei seguenti meccanismi di azione:
• sostitutivo: cioé in grado di determinare una tolleranza crociata alla cocaina producendo un effetto dopamino-simile;
• antagonista: cioé tramite l’interazione con i recettori dopaminergici o il blocco della dopamina con il suo trasportatore;
• modulatorio: cioé un’azione modulatoria sugli effetti della cocaina attraverso un effetto neuro-regolatorio su altri bersagli molecolari diversi da quelli del legame della cocaina;
• modificando la farmacocinetica della cocaina.
Indipendentemente dal punto di attacco dei diversi trattamenti farmacologici, gli obiettivi terapeutici generali nella dipendenza da cocaina passano attraverso l’individuazione di strategie terapeutiche in grado di interrompere nel più breve lasso di tempo il consumo di cocaina, di alleviare la sintomatologia astinenziale, di mantenere il più a lungo possibile l’astensione dal consumo ed infine di prevenire le ricadute.
Articolo a cura della Psicologa Pescara Dott.ssa Silvia Colangelo, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
(1) Per craving si intende la condizione sindromica di base delle addiction, caratterizzata da un’urgenza appetitiva di ricerca di piacere e una messa in atto irriducibile, anche a svantaggio della stessa volontà del soggetto. Potremmo dire una ‘fame viscerale’ e travolgente che sottovaluta il rischio e disconosce le possibili conseguenze negative.
(2) Secondo il modello motivazionale degli stadi del cambiamento di Prochaska e Di Clemente (1986), il paziente in condizione di abuso e dipendenza può trovarsi in ‘precontemplazione’, in ‘contemplazione’ o in fase di ‘ricaduta’. É necessario che da questi stadi, perché il trattamento abbia successo, il paziente sia accompagnato a fasi successive (‘determinazione’, ‘azione’, ‘mantenimento’) attraverso una strategia che attivi i processi di cambiamento.