Per la prima volta, da quest'anno sarà possibile destinare ad Arci, oltre il consueto 5x1000 dell'Irpef per le attività di carattere sociale, anche il 2x1000 per quelle culturali. È stata infatti introdotta la possibilità aggiuntiva di destinare nella dichiarazione dei redditi 2021 il 2x1000 dell'Irpef in favore di una associazione culturale come Arci, previa l'iscrizione negli appositi registri.
Il 5x1000 e il 2x1000 offrono quindi due possibilità, che non sono in alternativa tra loro né con il 2x1000 ai partiti politici, che possono essere espresse insieme inserendo nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale 97054400581. Di fatto un 7x1000 che sarà destinato al sostegno dei Circoli che, dopo un anno di chiusure forzate e riaperture condizionate dalla pandemia, rischiano la chiusura definitiva.
Dal Sud al Nord, sono migliaia le donne e gli uomini che ogni giorno lavorano per difendere questi indispensabili spazi di socialità condivisa, un unicum costruito dall’Arci in oltre 60 anni di storia. Luoghi di ritrovo, solidarietà e cultura fondamentali per i territori e ancora più preziosi in questa fase storica: molti Circoli si trovano infatti in piccoli paesi o quartieri difficili e spesso costituiscono l'unico spazio di incontro con tante diverse attività, dalla promozione culturale all'assistenza agli anziani, da spazi educativi a luoghi dove ascoltare concerti di artisti emergenti.
Quegli stessi Circoli dal marzo dello scorso anno hanno affrontato e stanno affrontando l'emergenza sanitaria, e hanno visto lavoratori Arci e volontari promuovere centinaia di progetti in tutta Italia per dare una risposta concreta ai bisogni delle persone, affinché nessuno si sentisse solo, fornendo un luogo sicuro nel quale trovare rifugio e chiedere aiuto. Dalla distribuzione di pasti alle spese solidali, dagli sportelli di ascolto ed orientamento sugli strumenti di aiuto ai lavoratori alla lotta alle discriminazioni e disuguaglianze, cresciute in maniera esponenziale e preoccupante nell'ultimo anno. Fino ad offrire supporto alle istituzioni, nei limiti delle disponibilità di sedi e di volontari, nella campagna vaccinale.
Oggi sono proprio quei Circoli ad avere bisogno di aiuto, piegati da mesi di chiusure e attività sospese, dalle spese fisse che non sanno più come affrontare e da una crisi economica dalla quale il settore dell'associazionismo in particolare è stato duramente colpito e lasciato senza strumenti con i quali contrastarla.