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Fallisce la strategia del centrodestra in Regione e in Comune sul c.d. "Ferro di cavallo"

Si complicano la riqualificazione del rione "Rancitelli" e il riassetto dell'edilizia popolare sulla Città

Redazione
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Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa indetta da Antonio Blasioli, Consigliere regionale, con i gruppi consiliari al Comune di Pescara, "PD", "Per Sclocco Sindaco", "Pescara Città Aperta" avente ad oggetto: "Regione e Comune di Pescara: sulle periferie solo errori". Presenti i consiglieri comunali  Piero Giampietro, Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli, Giovanni Di Iacovo Matteo Chiulli in rappresentanza dei Giovani Democratici della Provincia di Pescara.

 

Una strategia sbagliata, costellata di un susseguirsi di riunioni, delibere e determine e i continui interventi del Comune di Pescara solo a caccia di protagonismo, ma soprattutto il vero problema - da noi sempre segnalato –  di trovare prioritariamente un alloggio temporaneo a chi abita legittimamente nello stabile 15 di via Tavo, oggetto di intervento, hanno causato lo stop da parte di Ater alle procedure con cui, sfruttando i vantaggi del Bonus 110%, l'Azienda avrebbe proceduto alla demolizione e ricostruzione parziale del Ferro di Cavallo (identificato come stabile 15) a costo zero.

Per una sorta di effetto domino, l'Ater con Delibera n. 15 del 9 aprile 2021, si è quindi ritrovata a revocare la Delibera 49/2020, finanziata con fondi Cipe pari a €. 11.520.000 – fondi veri, portati in dote da Regione e Comune a guida centrosinistra che si attivarono in seguito alla dichiarazione di inagibilità dei tre palazzi di via Lago di Borgiano - con cui ridisegnava l'edilizia popolare in Città e che prevedeva: demolizione dei 3 civici di via Lago di Borgiano, un nuovo fabbricato a Rancitelli (8 alloggi), 2 nuovi fabbricati in Via Valle di Rose (12 alloggi), una demoricostruzione in via San Francesco (15 alloggi), l'acquisto di immobili nuovi già pronti (circa 15) e l'urbanizzazione secondaria in via Tavo.

 

Tempi troppo stretti per un intervento in cui manca anche la progettazione. Il perché va ricercato nell'impossibilità di far uso delle agevolazioni previste dal DL 34/2020 (Decreto Rilancio) convertito in Legge77/2020 che, per le procedure Ecobonus/sisma bonus, fissa la data del 30 giugno 2022 per la fine dell'intervento.

Saltano tutti questi interventi, scelti tra l'altro senza alcun momento di confronto e condivisione con la con la Città ma stabiliti in riunioni ristrette, metodo che avevamo già contestato, ma che quanto meno prevedevano la sostituzione di parte degli 84 alloggi di via Lago di Borgiano che sarebbero stati abbattuti. Di quella delibera restano solo le demolizioni in via Lago di Borgiano (il cui costo è di €. 1.350.000) e l'urbanizzazione secondaria, poiché tutti gli altri vengono rimpiazzati dalla demolizione dello stabile 15 di via Tavo, il cd. "Ferro di Cavallo", e dalla sua parziale ricostruzione, il cui costo totale si aggira in €. 7.886.000, intervento originariamente previsto di fatto "a costo zero" usufruendo del c.d. "superbonus".

Revocata anche la nuova costruzione prevista in via Cetteo Ciglia, sempre da realizzare mediante superbonus, che avrebbe aggiunto altri 20 alloggi di edilizia residenziale pubblica.

 

L'edilizia residenziale pubblica di Pescara perde 148 alloggi. Il risultato è che, se prima l'insieme dei progetti "autofinanziati" col superbonus e finanziati dal Cipe avrebbe portato all'Ater 126 alloggi nuovi a fronte della demolizione di un totale di 204 alloggi (via Tavo e via Lago di Borgiano), evidenziando un saldo negativo di 78 alloggi, adesso il saldo totale negativo certo è di 148 alloggi. Per la procedura sbagliata che ha costretto Regione e Comune a fare uso dei fondi arrivati per via Lago di Borgiano, il patrimonio edilizio pubblico della città di Pescara avrà 148 appartamenti in meno.

Sempre dalla delibera 15/2021 si scopre inoltre che, un'altra previsione della Delibera 49/2020 (ora revocata) che programmava i vari interventi, era già precedentemente fallita e cioè: l'acquisto di immobili nuovi già pronti, previsto per un importo pari a €. 1.850.000, si è scontrato con la realtà dell'assenza di risposte all'apposito avviso prodotto da Ater. A questo punto ci chiediamo dove andranno, durante i lavori di demolizione dello Stabile 15, gli inquilini legittimamente assegnatari, per lo spostamento dei quali l'Ater dichiara di "non avere reperito fondi necessari".

 

Famiglie sfollate di via Lago di Borgiano. Restano tra l'altro ancora da risolvere delle situazioni legate ad alcuni nuclei dei tre civici di via Lago di Borgiano. Alcuni hanno accettato le sistemazioni provvisorie ed altri sono in autonoma sistemazione. A loro va data la priorità rispetto alle famiglie che dovranno essere spostate dallo stabile 15 di via Tavo.

 

L'unico finanziamento è quello del centrosinistra per cui il Presidente D'Alfonso fu anche attaccato. In questo susseguirsi di approvazioni, revoche e sostituzioni parziali di atti amministrativi, emerge con chiarezza che l'unico finanziamento reale è quello frutto del lavoro del centrosinistra e che, soprattutto, l'Ater ha perso tempo e soldi che la Regione ha appositamente destinato alla progettazione di interventi da effettuare col superbonus per opere che troveranno altri finanziamenti – o addirittura scompaiono dalla programmazione finanziata.

 

Fondi del Cura Abruzzo 2 usati per fini a cui non erano destinati. A seguito della previsione legislativa del Cura Abruzzo 2, la Regione ha stanziato per l'Ater di Pescara la somma di €. 447.500 per la progettazione di demoricostruzioni, per accedere cioè alle procedure ecobonus/sismabonus. Scelta sbagliata quella di Ater, Comune e Regione di progettare la demolizione di tutti gli immobili del Ferro di Cavallo che non erano liberi per accedere a questo bonus. Se avessero progettato immobili più piccoli, e anche più malmessi, oggi questi potevano essere oggetto di ricostruzione. Persa un'occasione storica per riqualificare i tanti edifici popolari malmessi della Provincia di Pescara. Non parliamo di pochi soldi, perché l'Ater Pescara ha avuto €. 447.500 dalla Regione, spendendone, dai nostri calcoli, €. 329.067,92 per consulenze tecniche specifiche sul superbonus che alla fine dovranno essere rimodulate o addirittura non serviranno. Soldi buttati dunque, o quanto meno, utilizzati di fatto per fare altro rispetto a quanto previsto da apposita Legge Regionale.

 

Tempi che si allungano per il ferro di cavallo. Un ulteriore problema è l'inevitabile allungamento dei tempi. L'utilizzo del superbonus avrebbe garantito tempi certi e obbligati per i lavori, pena la perdita della possibilità di usufruirne. L'Ater, il Comune e la Regione hanno deciso di non attendere nemmeno un'eventuale proroga del termine per la fine degli interventi al dicembre 2023, anzi, proprio perché hanno valutato di non potercela fare, hanno rinunciato. Precisiamo che, in base all'attuale legge, il termine per la definizione degli interventi è il 30 giugno 2022. Se non si trattasse di argomenti seri verrebbe da dire che "non ne hanno azzeccata una", ma questo è costato soldi, tempo e anche la perdita di un'occasione di possibile riqualificazione di tanti edifici attraverso lavori meno impattanti e a costi praticamente azzerati.

Quello che doveva essere un grande progetto di riassetto urbanistico della Città si è scontrato dapprima con la pochezza della proposta e poi con gli eccessi di protagonismo politico e la sottovalutazione del procedimento.

Speriamo che almeno non si lascino sfuggire, a causa di queste perdite di tempo, anche la possibilità di utilizzare i fondi Cipe per i quali c'è una prima scadenza ben chiara, pena la decadenza del finanziamento: il 24 aprile 2021, per la trasmissione di una parte della documentazione in cui indicare la data ammissibile di inizio lavori, le modalità e i tempi attuativi degli interventi desunti dal progetto di fattibilità tecnica ed economica approvato.

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