Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Gardaland non dispone di un'area riservata ai disabili: la denuncia di una mamma pescarese

Roberta, la mamma del piccolo Mattia affetto da cardiomiopatia grave, aveva chiesto un posto all'ombra. L'assessore Di Niso chiede chiarimenti

redazione
Condividi su:

"La informiamo che purtroppo non è prevista un’area riservata agli ospiti con disabilità, inoltre non è possibile prenotare il posto in anticipo". E' la risposta del servizio clienti del parco divertimenti Gardaland a Roberta, mamma pescarese per richiedere uno spazio per il figlio disabile.

La madre di Mattia, bimbo di due anni affetto da cardiomiopatia grave, ritardo psicomotorio ed è portatore di Peg, un tubicino per l’assunzione di cibi e liquidi, aveva prenotato una minivacanza di 3 giorni nel noto parco divertimenti della provincia di Verona. Attraverso un'email inviata al servizio clienti Roberta aveva chiesto se nello spazio Legoland, parco acquatico di Gardaland, fosse presente un'area riservata ai disabili o più semplicemente la possibilità di prenotazione di un posto all’ombra.

Non solo il servizio clienti ha dichiarato che non è prevista un'area riservata ma allo stesso tempo ha suggerito alla signora “di accedere eventualmente a Legoland all’apertura per garantirsi una posizione comoda e di poter usufruire di un ombrellone”.

“Trovo assurdo e alquanto deplorevole che una struttura come Gardaland non preveda un trattamento riservato agli ospiti con disabilità” ha dichiarato la mamma del bambino al quotidiano “Il Centro”.  Una vicenda che ha colpito anche l'Assessore alle Politiche per la Disabilità del Comune di Pescara Nicoletta Di Nisio, chiedendo dei chiarimenti su quanto accaduto:

"Scrivo queste righe non tanto come assessore del Comune di Pescara con delega alle Politiche per la Disabilità, ma come donna, come madre, come cittadina di una Italia che - spesso - non è al passo con i tempi e che a volte non è sensibile al disagio, arrivando anche a non accorgersi delle difficoltà degli altri arrivando addirittura ad ignorarle. 

Ho proprio il timore che quanto mi è stato segnalato da una mia concittadina rispetto ad una sua richiesta a voi rivolta, rientri proprio nella categoria delle insensibilità, della vera e propria ignoranza - ovvero che vuole ignorare i problemi che altri possono avere -. 

Non voglio citare Leggi, regolamenti, obblighi per chi apre un semplice esercizio commerciale - ed a maggior ragione chi gestisca una struttura così complessa come un Parco giochi - ma voglio parlare di Solidarietà, Empatia, mettersi a disposizione, #NonLasciareIndietroNessuno, Inclusione, Solidarietà, Accessibilità, Abbattimento delle barriere architettoniche. 

Mattia, bimbo di due anni malato di cardiopatia grave, ritardo psicomotorio e portatore di Peg (Gastrostomia Endoscopica Percutanea), vuole venire a Gardaland. La mamma vi scrive prenotando per due giorni e chiede di poter prenotare anche un ombrellone e chiede anche se “finalmente potesse esserci un’area riservata ai disabili” nella struttura.

Voi fornite una risposta che – spero – sia stata fornita “in automatico” ovvero senza leggere con attenzione le sette scarne righe del messaggio della madre.

Scrivete “purtroppo non è prevista un’area riservata agli ospiti con disabilità” ed aggiungete “non è possibile prenotare (l’ombrellone) il posto in anticipo” ed aggiungete una frase che MI ADDOLARA PROFONDAMENTE E CHE, SPERO, NON SIA STATA SCRITTA IN MODO CONSAPEVOLE, ovvero “Le suggeriamo di accedere eventualmente all’apertura per garantirsi…(omissis) di poter usufruire di un ombrellone”. 

Non posso che condividere e sottoscrivere in pieno quanto rilevato dalla mamma di Mattia, ovvero che sia “assurdo e alquanto deplorevole che una struttura come Gardaland non preveda un trattamento riservato agli ospiti con disabilità. Suggerire una corsa all’ombrellone è poco rispettoso delle disabilità, a prescindere dal tipo e dalla gravità”. 

Aggiungo a quanto già detto che vi invito a svolgere una immediata indagine interna affinché voi possiate comprendere chi abbia potuto fornire una risposta così fredda, acida e quasi offensiva nei confronti di chi chiedeva di poter prenotare un ombrellone.

Rispondere di andare all’apertura e per tempo è offensivo per chi ha bambini con problematiche che comportano cura, attenzione e soprattutto l’impiego di molto tempo per semplici operazioni quali vestirlo, fare colazione, uscire etc. 

E’ infatti tutto vostro l’interesse di appurare come sia accaduto ed attivarsi perché non accada più ma anche attivarsi per allestire percorsi, strutture, ricezione ed accompagnamenti per persone diversamente abili. Ve lo impone la coscienza più che le norme in vigore. 

Auspico che nel breve tempo che separa il giorno della prenotazione effettuata risolviate quanto accaduto e possiate fornire spiegazioni e scuse alla famiglia."

 

Condividi su:

Seguici su Facebook