Nel contesto ludico la casualità è da sempre una componente essenziale. Dal lancio di una moneta al pescare una carta, fino al lancio dei dadi nei più classici boardgame, le componenti casuali si affiancano alle regole del gioco in questione dando a quest’ultimo una componente di imprevedibilità: in assenza di questa, qualsiasi attività si ridurrebbe a un ciclo sempre costante di azioni reiterate. Se dal mondo reale possono provenire esempi a bizzeffe, diverso il discorso per molte delle attività ludiche moderne, rappresentate in tantissime occasioni dai videogiochi. Il videogaming, ormai diffusissimo e protagonista anche di simpatiche iniziative, in effetti altro non è che una rielaborazione di attività ben note: oltre agli ovvi esempi di scacchi o giochi di carte digitali, si può verificare come anche i più moderni titoli siano riconducibili a schemi del tutto familiari. La questione sorge dunque spontanea: come riprodurre la casualità in un contesto tecnologico dove questa è in radice non contemplata? Il fatto che qualsiasi videogioco abbia alla sua base un codice creato dall’uomo escluderebbe la possibilità che ci sia spazio per una componente imprevedibile; eppure molti videogiochi ne beneficiano, grazie all’utilizzo di algoritmi RNG.
L’acronimo, dall’inglese Random Number Generator ossia generatore di numeri casuali, indica un algoritmo in grado di restituire un valore numerico arbitrario per ogni interazione. Tale definizione comunque non è da sola in grado di spiegare come sia possibile ottenere un risultato costantemente diverso: ogni qualvolta l’algoritmo inizi il suo processo le condizioni di partenza sono sempre uguali, dunque come si può giungere a dei risultati differenti? Questo è possibile agendo esattamente sulle condizioni di partenza, ossia inserendo una variabile “reale” irripetibile. Talvolta questa è rappresentata da un flusso di corrente che passa per le componenti elettroniche, generando dei picchi che vengono tradotti in codice binario fornendo un valore numerico sempre diverso. Altre volte vengono presi elementi come l’ora del sistema, che moltiplicata per numeri fissi fornisce anch’essa un risultato numerico sempre diverso e, perciò, casuale.
Le applicazioni pratiche, nel mondo del videogame, sono state e continuano a essere numerose. Basti pensare a titoli come la serie Pokémon, dove il caso è costantemente presente: quale mostro comparirà nell’erba, se la mossa andrà a segno, se il Pokémon rimarrà dentro la sfera. Si tratta di aspetti costantemente decisi in modo casuale, e nel caso di specie ogni partita ha un suo “numero” generato all’inizio proprio a partire dall’ora di avvio del gioco: messo in relazione ad altri valori costanti, restituisce proprio quella componente di casualità che si cerca.
Naturalmente, i videogiochi che maggiormente beneficiano di algoritmi RNG sono quei giochi che comprendono elementi casuali anche nelle loro versioni tradizionali. È emblematico il caso dei classici giochi da casinò come le slot machine, nelle quali la casualità è presente fin dalle origini grazie alle componenti meccaniche dei rulli: per simulare lo stesso risultato nelle slot online, rendendo possibile il jackpot anche in un contesto totalmente virtuale, la soluzione migliore non poteva che essere affidarsi al RNG con l’ovvia conseguenza di replicare digitalmente una caratteristica altrimenti impossibile da ottenere.
Anche nei videogiochi di ruolo, o RPG, la componente casuale gioca un ruolo importante: basti pensare al contenuto di un forziere depredato, agli oggetti ceduti da un nemico sconfitto o al valore del danno apportato che si inserisce in un punto casuale tra due estremi fissi. Si tratta di applicazioni di quell’arbitrarietà insita nel genere, come detto, fin dai classici giochi di ruolo, dove dal lancio di un dado dipendeva la buona riuscita di un’azione intrapresa da un personaggio.
Non sono infine rimasti esenti nemmeno generi nati già come videogiochi, come gli shooter in prima persona: nonostante le apparenze, anche questi contengono infatti degli elementi casuali. Tutti gli esponenti del genere prevedono normalmente che la precisione delle armi sia diminuita durante i movimenti, e aumentata se immobili o accovacciati: un accorgimento tipico e che rispecchia abbastanza fedelmente la contrapposizione tra velocità e precisione. Quello che rimane meno evidente invece è come tradurre in valore numerico l’imprecisione: proprio attraverso algoritmi di generazione casuale di numeri. Un colpo che non va a segno, la traiettoria presa da un oggetto e altre elementi simili sono frutto dell’applicazione di quegli elementi di casualità che, nonostante il genere molto lineare, sono comunque presenti e influiscono in maniera netta sul gameplay.