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Omaggio ad Armida Barelli: ecco il programma dal 7 al 10 ottobre

redazione
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Omaggio ad Armida Barelli”. È questo l’evento di tre giorni proposto dal Centro Italiano Femminile (CIF) d’Abruzzo, in collaborazione con l’associazione culturale S. Andrea di Pescara, per i giorni 7, 8, 9 e 10 ottobre prossimi a Pescara, con i patrocini del Comune di Pescara, Regione Abruzzo e CSV Abruzzo.

Il 7 ottobre è previsto, nella sala consiliare del Comune di Pescara, l’incontro dibattito “Armida sorella maggiore oggi come allora”, relatrice la teologa Barbara Pandolfi vicepostulatrice della Causa di Beatificazione della Barelli. 

Interverranno Maria Franca D’Agostino della Commissione Pari Opportunità regionale e Maria Concetta Falivene, garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Abruzzo.

Partecipano, oltre a Mons. Valentinetti arcivescovo di Pescara e Penne, il Sindaco Carlo Masci, l’Assessore alla Cultura e all’Associazionismo Maria Rita Carota e la Presidente Nazionale CIF Renata Micheli.

L’8 ottobre sarà possibile assistere, nella chiesa di S. Andrea Apostolo di via Perugia, alla proiezione del documentario del regista Simone Pizzi “Armida Barelli, milanese instancabile per i giovani, la cultura e la Chiesa”

Completa l’evento, dall’8 al 10 ottobre, sempre all’interno della Chiesa di S. Andrea Apostolo, la mostra gentilmente concessa dall’Istituto Toniolo di Milano: “Armida Barelli, nulla sarebbe stato possibile senza di lei”.

“Armida Barelli per il CIF rappresenta la sorgente della propria identità e missione – dice Concetta Di Virgilio presidente del Centro Italiano Femminile Abruzzo -; infatti Maria Federici, abruzzese di nascita, Madre costituente e sua fondatrice, si è formata all’interno della Gioventù Femminile di Azione Cattolica fondata dalla Barelli, nella stessa fucina in cui ritroviamo un’altra grande abruzzese, anch’essa Madre costituente: Filomena Delli Castelli. Onorare Armida Barelli – continua la presidente - significa per il CIF Abruzzo omaggiare tutte e tre queste donne straordinarie che hanno camminato dentro la storia del loro tempo, con speranza e coraggio, soprattutto per affermare il ruolo delle donne come presenza capillare e costante, “normale” nelle comunità ecclesiali e nella società civile, avviando un processo di emancipazione che diventa realtà nuova nella storia italiana. 

In questo particolare momento caratterizzato dalla paura e dal disorientamento, per cui i giovani non riescono più a immaginare il futuro, guardare al passato non è una operazione nostalgica ma necessaria per lasciarci ispirare da esso, dalle grandi figure, dalla eredità che da loro abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni. 

Crediamo che l’Associazionismo e il Terzo settore siano, sì frutto di un passato che vogliamo onorare, ma soprattutto espressione di un mondo che vuole guardare al futuro. Noi adulti dobbiamo avere la visione del cambiamento che questa epoca ci chiede, allora anche i giovani si sentiranno meno fragili, meno soli e incerti. Il CIF, dunque, ha bisogno di rimettersi in cammino e la lezione che tutti abbiamo appreso dalla pandemia è che possiamo farlo solo insieme, nella prospettiva della attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà con lo Stato e le sue istituzioni”.

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