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Il coraggio di dire "buongiorno"

Quando la valorizzazione degli scarti vale solo per le merci e non per le persone

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Pescara, 6/11/2014 - Ore 5,20 am - Sia la sveglia che il cellulare, non si sa mai, fanno sentire i loro cicalini così come programmati: "Grazie, avete fatto il vostro lavoro, potete spegnervi". Ho il treno alle 6,00. Il tempo di lavarmi e di vestirmi e sono fuori e tra pochi minuti sarò in stazione: non indugio su niente, i minuti sono quelli. Forse sollecitata dall'insolita leva, la mia mente vaga e rimugina: quanti faranno la stessa cosa tutti i santi giorni, svegliandosi a quest'ora notturna per recarsi a scuola, in ufficio, in fabbrica, in campagna? Sicuramente tanti. Ognuno si aspetta di poter passare una buona giornata, e lo spera anche per gli altri: ci spendiamo in milioni di "Buongiorno".
Parcheggio e mi avvio verso la stazione: sono in orario. Sul marciapiede umido si riflettono le luci gialle dei lampioni ancora accesi. Sulla destra un uomo, fuori dalla porta di un ufficio, piantato sulle gambe leggermente divaricate, immerso nella sua divisa, è intento a fumare: ecco uno di quelli di cui sopra. Troppo lontano per un reciproco buongiorno.
Ma bastano pochi altri passi per interrompere la banale poesia di questo inizio di giornata. Una lunga fila di giacigli, scostati dall'umido marciapiede e addossati l'uno all'altro, orla il muro della stazione. Coperte, sacchi a pelo, stracci e sotto corpi di uomini, donne. Ci saranno anche ragazzi, bambini? Bagagli, valige, passeggini e carrozzine sembrano dividere le famiglie, i gruppi. Poi carte, bottiglie, bicchieri: sparsi qua e là i resti del bivacco notturno che poche ore prima forse li aveva uniti.
Dormono ancora, si sveglieranno con le prime luci dell'alba, in breve tempo spariranno da questo luogo ma torneranno di nuovo qui, insieme alla notte. Attraversano una città che li conosce, che sa, ma che è sopita al loro arrivo e distratta al loro silenzioso dileguarsi. Sono scarti, e come tutti gli scarti ... finiscono per essere accantonati. La Croce Rossa li custodisce un po' e non so chi altri ancora.
Sto andando a ECOMONDO, la fiera internazionale di Rimini dedicata alla gestione intelligente dei rifiuti, che prima di diventare tali sono scarti, e oggi sempre di più risorse. Ma questo, a quanto pare, vale per le merci, non per le persone.
La mia giornata è cominciata a tema. Non vedo nessuno sveglio, e allora non mi faccio scrupoli: con poco pudore faccio una foto e registro un video mentre passo di fianco. Li guardo e resto in silenzio: augurare a loro buongiorno ci vuole proprio coraggio.

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