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#FLA2014: Luca Sofri intervista Enrico Mentana

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L’appassionante intervista di Luca Sofri ad Enrico Mentana è stata un continuo susseguirsi di battute, ironia ed amara verità sui fatti di oggi.
Dall’età di 25 anni nel mondo del giornalismo, consapevole delle sue doti, Enrico Mentana ha una vivacità argomentativa scoppiettante, intrisa di conoscenza degli eventi socio- politici italiani ed esteri. In due ore ha trasmesso la sua visione del il mondo, dalle tematiche del lavoro nazionale, paralizzato da vecchie e stantie generazioni non più specchio dei tempi e dell’Italia; agli stipendi esagerati ed ingiustificati degli “arrivati” di ogni categoria fino al conseguente blocco all’ingresso dei giovani. Il costo dei top di categoria è ormai insostenibile, ammette con  trasparenza Mentana “io guadagno come dieci giornalisti, quando basterebbe la metà se non meno. Se ogni professionista affermato venisse pagato la metà, se ci fossero dei tetti di guadagno prestabiliti, l’attuale surplus di stipendi potrebbe essere  investito in nuove assunzioni, consentendo il cambio generazionale. Ma in Italia non c’è questa volontà e proprio il privato dovrebbe investire in tal senso, pensando in prospettiva al proprio bene.”
L’Italia descritta sembra una bella addormentata che non vuole più saperne di politica, di scontri, di tasse, desiderosa solo di usare il mezzo televisivo per svagarsi. A supplire i giornali ormai ci pensa il web, con poche righe e colorate immagini. L’attuale poco interesse per la carta stampata, per le autocelebrazioni dei giornalisti, per i talk show è il frutto della fine della politica di fazione del novecento, dove destra e sinistra si contrapponevano e il segnale di nuove esigenze comunicative dei lettori. Oggi in politica c’è il vuoto di figure carismatiche ed un personaggio come Renzi, fa la sua scalata politica, senza troppe difficoltà,  strizzando l’occhiolino a tutti e parlando direttamente all’opinione pubblica. Lo stesso scontro interno al Pd, tra renziani e l’area più estrema e camussiana del partito, non ha appeal tra gli italiani, che seguono con distacco gli eventi.
Altrettanto scetticismo dimostra Mentana sulle vicende del patto del Nazareno, ritenuto un mezzo utile finchè Berlusconi farà comodo al Premier. “Renzi_ evidenzia Mentana_vuole un premio di maggioranza ad una lista, non ad un movimento. Cerca sempre un alleato ed un avversario, stando sempre però dalla parte di chi governa e tira le redini. Il Presidente del Consiglio ha ipotecato a suo favore il corso della politica, giacchè al momento non ci sono avversari per lui. In Italia serve una terapia scioccante, che rimuova tutta una classe dirigente vecchia, espressione di generazioni pre digitali e quindi lontane dalle reali esigenze di oggi”. Sul viale del tramonto però, per l’illustre direttore del TG de LA7, è anche la televisione con i suoi giornalisti di vecchia generazione, come lui stesso si definisce, che non rispecchiano più le idee ed il modo di vivere dei più giovani. Anche i social media, che anni fa erano la voce alternativa delle informazioni, oggi si sono omogeneizzanti e focalizzati sulle notizie superficiali e di gossip.
Per Mentana per dare credibilità all’informazione occorre trovare la contro-informazione alle notizie ufficiali, al fine di acuire il pensiero di chi ascolta e legge, mettendo in discussione quanto viene fatto filtrare come giusto. Questo strumento diviene fondamentale per un giornalista che vuol fare del suo lavoro una vera professione.
L’eccesso di diffidenza su quanto viene fatto passare per buono, è ritenuto dal Direttore un atteggiamento pro attivo, volto alla ricerca della verità.
La contro informazione serve per stimolare le fonti, il dialogo, per far conoscere a fondo le tematiche e stimolare un’opinione solida sulle vicende. Il caso 11 settembre,ad esempio, riflette in pieno questa sete di verità ed informazione, che ha visto nel tempo contrapporsi i sostenitori del complottismo americano e gli studiosi di storia e geopolitica.
Davanti quindi alla visione disincantata e stanca degli italiani nei confronti dei media tradizionali, e del solito modo di trattare le notizie, occorre un impegno maggiore nel fare informazione, che introduca visi nuovi, idee innovative e prospettive di cambiamento generazionale.

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