Tafferugli al tribunale di Pescara tra il clan dei Ciarelli e i tifosi arrivati in tribunale per partecipare alla prima udienza preliminare sull’omicidio a carico di Massimo Ciarelli e altri quattro rom del suo clan, accusato di aver ucciso lo scorso 1° maggio, l’ultrà del Pescara Domenico Rigante di ventiquattro anni a colpi di pistola.
Oltre a Massimo Ciarelli devono rispondere di omicidio volontario premeditato e porto abusivo di arma, il nipote Domenico e i cugini Luigi, Antonio e Angelo. All'udienza erano presenti anche i genitori e i parenti della vittima.
Il gup Maria Carla Sacco ha rinviato l'udienza al 9 maggio essendosi dichiarata incompatibile (nelle fasi delle indagini preliminari aveva autorizzato delle intercettazioni telefoniche).
Il giudice che seguirà la prossima udienza, che si celebrerà con il rito abbreviato, è il gup Gianluca Sarandrea. Subito dopo, tra alcuni elementi della famiglia Ciarelli e un gruppo di ultrà sono volate parole grosse, insulti, si sono scatenati gli scontri tra rom e tifosi fermati dalla polizia in tenuta antisommossa.
In particolare alcuni rom hanno impugnato delle mazze che avevano lasciato in auto e le hanno portate nel corridoio centrale del tribunale, dove c'erano i tifosi e gli altri del nucleo Ciarelli. I bastoni sono stati subito presi dalla polizia tra le urla dei due "schieramenti". A essere insultato è stato anche l'avvocato Carlo Taormina che assiste Massimo Ciarelli: quando l'avvocato è passato tra le ali di rom e tifosi è stato insultato dagli ultrà .