Ci sono anche i comuni montani della provincia di Pescara, tra quelli che secondo l'associazione Mountain Wilderness Abruzzo sarebbero stati dimenticati dalla Regione in materia di gestione dei rifiuti e raccolta differenziata. Secondo i dati analizzati alcuni di questi comuni non raggiungono nemmeno il 30% di differenziata: Caramanico Terme, ad esempio, è ferma all'1,79%, mentre Farindola arriva a quota 4,96%. Migliore la situazione a Tocco da Casauria, dove il dato si attesta al 57,24%.
“E’ necessario attivare sistemi di raccolta che migliorino la 'differenziata' e possano influire positivamente sull’abbattimento delle tariffe e dei costi di raccolta. Questo è possibile - afferma Massimo Fraticelli responsabile aree protette MW Abruzzo - E’ necessario, al fine di limitare gli effetti negativi sull'ambiente, impostare la gestione dei rifiuti nelle aree montane avendo in primo luogo chiari quali sono i vincoli che la conformazione geografica, i fattori socioeconomici ed il clima impongono. E avendo ben chiaro che la gestione dei rifiuti in aree montane impone sforzi maggiori e più costosi rispetto a quanto avviene in altre aree, per arrivare agli stessi risultati, e tali costi non possono essere caricati solo sui cittadini, sui montanari - continua Fraticelli - Spesso Adottare modelli «tradizionali» di gestione dei rifiuti in aree montane è impensabile, se non a prezzo di mettere in pericolo la natura stessa e quindi la principale fonte di reddito delle aree montane. Al tempo stesso non è pensabile esentare le aree montane da normative e standard ambientali, perché questo aggraverebbe ancor più la situazione”.